Alessandria (p.e.g.) – In città non si parla d’altro. Dopo il mio articolo dell’altro ieri sulla vicenda della parcella da 30.000 euro presentata dall’avvocato Gianni Abrile a Palazzo Rosso per difendere il Comune in una causa di lavoro (leggi: http://www.alessandriaoggi.info/index.php?option=com_k2&view=item&id=2827:rita-rossa-ha-dato-35-000-euro-ad-un-legale-per-perdere-una-causa-con-annessi-e-connessi&Itemid=102), per cui il presidente della commissione di controllo del Comune Emanuele Locci ha presentato un’interpellanza, ci scrive l’avvocato Claudio Falleti che lavora con Abrile ed è anche assessore: “Egregio Direttore, Le scrivo la presente in quanto ritengo necessario fare alcune precisazioni in merito alla notizia riportata nell’articolo del Sig. Giacobone.
Il sottoscritto e l’avvocato Abrile non sono soci, e per verificare ciò è sufficiente fare una visura in camera di commercio per appurare le due distinte p.Iva, altresì non sussiste alcuna associazione professionale.
Detta circostanza alla quale si darà risposta in Consiglio Comunale è stata verificata personalmente anche dal consigliere Locci il quale ha avuto già risposta ben prima del consiglio.Quando la delibera di assegnazione dell’incarico é stata votata in giunta, il sottoscritto non era nemmeno presente alla seduta.
Un Caro saluto. Claudio Falleti”.
Quindi Abrile e Falleti non sono soci per stessa ammissione di Falleti, e cadrebbe l’ipotesi del conflitto di interessi, anche se la vicenda sembra non finire qui. A questo proposito ho avuto modo di scrivere: “È una di quelle storie che si sa dove cominciano ma non dove vanno a finire”, e infatti ora spunta un altro aspetto che era stato ignorato prima, e cioè quello della competenza dell’avvocato Gianni Abrile a svolgere la difesa di un Ente pubblico in una causa di lavoro. Infatti Abrile, a quanto ci risulta, non è specializzato in diritto del lavoro e non ha mai trattato la materia prima d’ora.
Il Codice Deontologico Forense Approvato dal Consiglio nazionale forense nella seduta del 31 gennaio 2014 (cioè prima dell’incarico ad Abrile) all’articolo 14 recita: “L’avvocato, al fine di assicurare la qualità delle prestazioni professionali, non deve accettare incarichi che non sia in grado di svolgere con adeguata competenza” mentre all’articolo 26 si legge: “1. L’accettazione di un incarico professionale presuppone la competenza a svolgerlo. 2. L’avvocato, in caso di incarichi che comportino anche competenze diverse dalle proprie, deve prospettare al cliente e alla parte assistita la necessità di integrare l’assistenza con altro collega in possesso di dette competenze”.
Invece nessuno, né l’Ente assistito (il Comune) né l’avvocato (Abrile), ha eccepito alcunché. Grave omissione, soprattutto da parte della sindaca Rita Rossa che ha affidato l’incarico ad un legale che non è esperto in materia.
E con tutti gli avvocati del Foro di Alessandria specializzati in diritto del lavoro (circa 200) Rita Rossa ne ha scelto proprio uno che non ha mai seguito una pratica come questa, in totale dispregio del codice deontologico dell’ordine forense.
La causa è stata ovviamente persa e io pago.
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