È davvero incredibile quanto il calcio sia a volte misterioso, a volte comprensibile, a volte banale. I primi tre mesi di questa stagione dei Grigi, in fasi e in passaggi diversi, sono stati caratterizzati dalle caratteristiche succitate. Quello che non cambia è la slealtà e la malafede di alcuni, contrapposti allo spessore tecnico ed umano di altri. Misterioso, ad esempio, è quanto Scienza sia riuscito a sbagliare nei modi, nei tempi e nella lettura del suo lavoro iniziato a metà luglio scorso. Imperscrutabile poi è come i critici sportivi mandrogni non siano riusciti a cogliere segnali d’allarme a volte addirittura macroscopici. Il calcio poi diventa la fiera della banalità quando si assiste ad un autentico linciaggio personale da parte di alcuni giornalisti specializzati nel virgolettato nei confronti di mister Scienza in evidente difficoltà, il tutto senza uno straccio di analisi tecnica a monte, ma sull’onda emotiva della contestazione ululante. La chiusura del pezzo precedente di questa rubrica prevedeva già l’epilogo, la vittima ed il carnefice. Non sono certo un mago ma conosco le dinamiche di queste situazioni e soprattutto conosco lo pochezza di certi pennivendoli che hanno contribuito ad affossare il calcio in questa città. E non sono certo meravigliato quando nei resoconti della sconfitta di Lumezzane ho letto, a firma Penna Spiante, che Luca Di Masi in tribuna durante la partita contattava al telefono nuovi possibili allenatori, mentre un dirigente dei valgobbini rivelava “in esclusiva” al nostro impareggiabile Premio Pulitzer quanto il Presidente dei Grigi fosse stufo del Mister. Certo, capisco che ne va della credibilità di un giornalista che da anni detta legge (e si vedono i risultati) a buona parte della stampa alessandrina, ma ci si rende conto di quanta malvagità ci fosse in quelle poche note di cronaca riferite alle presunte telefonate e alle supposte confidenze rilasciate da Di Masi ad un dirigente del Lume? Pettegolezzi, solo pettegolezzi degni della peggior comare mandrogna. Ma quale malsano sentimento può aver suggerito ad un tipo come il Gran Capo Penna Triturante di umiliare l’allenatore che, fino a pochi giorni prima non osava contestare neppure se responsabile di errori madornali? E, proprio perché una cronista come il Grande Capo, è stata sorpresa a scrivere sotto falso nome su un giornale, che non è il fogliaccio illeggibile che le passa lo stipendio, articoli e classifiche d’una corsa podistica che non si è mai disputata, quindi a presentare edizioni di rally disputati l’anno prima, per questo ormai afflitta da una credibilità a pezzi, non può infierire su professionisti come mister Scienza che la ritenevano il cronista sportivo di riferimento qui da noi. Quanto poi alla fiera della banalità non è sfuggita neppure la solita triste kermesse della presentazione del nuovo Mister Gregucci, condita dalle ritrite parole d’ordine quali: lavoro, mentalità, obiettivi comuni, remare tutti dalla stessa parte, equilibri, entusiasmo. Come se Scienza, il giorno del vernissage, avesse allegramente sostenuto che lavorare poco aiuta, che la mentalità giusta è quella per cui vincere o perdere sono la stessa cosa, che l’obiettivo primario è quello di prenderla come viene, che le congiure di palazzo sono auspicabili… così ci divertiamo un po’. Dei problemi veri di questa squadra, chi li conosce non parla, chi non li conosce straparla d’altro. Ne tiriamo fuori qualcuno? In un centrocampo del 4-3-3, ad esempio, dubito che possano coesistere, o se preferite essere utilizzati al meglio, due grandi giocatori come Loviso e Branca soprattutto se i due esterni d’attacco sono due punte autentiche. E viene da chiedersi se le caratteristiche di almeno due difensori su quattro siano compatibili con un modulo che prevede di andare a prendere la palla all’avversario nella sua metà campo. Come anche se Fischnaller e Iunco abbiano la capacità e la continuità di tagliare in mezzo al campo per chiudere l’avvio dell’azione altrui in un pressing organizzato. Oppure se Bocalon abbia nelle sue corde la determinazione a regger palla e a tagliare per aprire gli spazi agli inserimenti delle mezzali e degli esterni. Ecco tre domanide semplici semplici che attendono altrettante risposte semplici semplici. Perché il calcio è semplice, basta capirlo e conoscerlo. Perché sarebbe bello vedere all’opera un 4-3-3 utile a noi e non all’avversario. Di una cosa si può star certi: questi giornalisti, molto più simili a mosche cocchiere che a grilli parlanti, sono abituati a star seduti sulle corna altrui, ad essere sodali dei vincenti finché vincono. E siccome sono una manica di incompetenti sbagliano sempre e considerano vincenti i perdenti e viceversa. Infatti gli ultimi tre allenatori decenti che abbiamo avuto ad Alessandria, nell’ordine Sarri, Sonzogni e D’Angelo, con Penna Inculante parlavano il meno possibile, mentre “Scusatis”, Notaristefano e Scienza si sono caricati la mosca cocchiera sulle corna … e sono stati scornati.
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