Alessandria (Piero “Evaristo” Giacobone) – Torna d’attualità il tema delle incompatibilità di alcuni amministratori pubblici che sono, o sono stati, anche politici. È infatti di pochi giorni fa il provvedimento, in applicazione della legge Severino, di Anac, l’Autorità anticorruzione presieduta da Raffaele Cantone, nei confronti del governatore del Lazio Nicola Zingaretti del Pd a proposito della nomina di Giovanni Agresti a commissario straordinario dell’Ipab di Gaeta, nomina illegittima in quanto Agresti è anche amministratore di una società, la Gest- Var e gestore di due cliniche private che sono in stretto rapporto con la Regione Lazio. Insomma, l’ennesimo scivolone d’immagine e di sostanza di Zingaretti e dello stesso Pd, che da sempre si proclamano alfieri della trasparenza e del buon Governo… Per la carità! Ed ora che si torna a parlare di fallimenti prossimi venturi di altre partecipate mandrogne, ecco che dobbiamo tornare a scrivere (siamo sempre noi di Alessandria Oggi a farlo perché gli altri evidentemente non se ne accorgono mai) di incompatibilità a ricoprire certi ruoli da parte di nostri pubblici amministratori come il presidente di Atm (ma all’Atm sono proprio sfigati), la partecipata del trasporto pubblico alessandrino, Gianfranco Cermelli (nella foto). Infatti per il decreto legge n. 39/2013 all’articolo 13 (2° e 3° comma) un consigliere provinciale non può fare il “presidente o l’amministratore delegato di ente di diritto privato in controllo pubblico regionale, provinciale o comunale (Atm, n.d.r.) avente sede nel territorio della regione nel quale è posto il Comune interessato”. Come se niente fosse i nostri ineffabili amministratori mandrogni lo hanno nominato il pomeriggio di giovedì 27 febbraio 2013 nel corso della riunione dell’assemblea dei soci (essenzialmente il Comune di Alessandria) che nominava anche il nuovo Cda dopo le dimissioni del presidente Gianpaolo Cabella. E Cermelli quando è stato fatto presidente era anche consigliere provinciale. Non basta perché se Cermelli era già incompatibile al momento dell’elezione lo era ancora l’anno dopo ai sensi dell’articolo 7, 2° comma dello stesso decreto dove si legge che non può assumere l’incarico di presidente d’una partecipata (in questo caso Atm) d’un comune con più di 15.000 abitanti (in questo caso il comune di Alessandria) chi è “stato nell’anno precedente membro di giunta o consiglio della provincia o di comune superiore a 15000 ab. (o di forma associativa di stesse dimensioni demografiche), facente parte della Regione nella quale si trova il Comune che conferisce l’incarico”, per cui il presidente Cermelli era due volte, e non solo una, incompatibilie. Così quel pacioccone di presidente, uomo di Cesare Mitraglia, privo di qualsiasi competenza in materia di trasporti a qualsiasi livello, ce lo ritroviamo ancora e sempre come presidente di Atm. Noi di Alessandria Oggi continuiamo a denunciare la sua incompatibilità da più di due anni a questa parte. Ma la prefetta non batte ciglio. E io pago.
Scusate se insisto, ma mi chiamo Evaristo.
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