IN BASE ALLA LEGGE 81/2014, DAL 31 MARZO 2015 LO STATO CHIUDE I 6 ISTITUTI PRESENTI IN ITALIA. I PAZIENTI SARANNO OSPITATI NELLE “REMS”, COSTRUZIONI PIÙ PICCOLE, SENZA CELLE. USCITI DA QUESTE STRUTTURE, SARANNO PRESI IN CARICO DALLE ASL, FINO A CHE SARANNO DICHIARATI GUARITI.
Già Franco Basaglia negli anni ’70 aveva tentato la più ardita sperimentazione della storia della medicina. Quella di misurare se la mancata istituzionalizzazione dei manicomi avrebbe risolto il problema della cronicità nella malattia mentale. La risposta scientifica è fuor di dubbio. La cronicità psichiatrica della schizofrenia e di altre psicosi hanno continuato a riprodursi. Oggi i pazienti che non sono più negli Opg (Ospedali Psichiatrici Giudiziari) per fortuna si trovano in piccole strutture intermedie certamente più umane e più appropriate ma non tanto taumaturgiche e salvifiche da evitare che la schizofrenia cronica esista come negli anni ’70, nonostante qualche progresso della psicofarmacologia e delle tecniche psicoterapeutiche. Cosa accadrà oggi nell’esperimento della chiusura degli Opg? Io credo che in qualche caso, probabilmente quello della Lombardia, ci sarà la semplice sostituzione di una targa. Quello che a Castiglione delle Stiviere io mi auguro garantisca il funzionamento di una struttura che funziona bene ed adeguatamente. E chiuderla sarebbe uno dei soliti pasticci all’italiana. Basterà chiamarla residenza per l’esecuzione della pena e non ospedale psichiatrico giudiziario e il caso sarà risolto. Ma in buona parte delle altre situazioni credo che l’esperimento si risolverà nel modo più prevedibile. I pazienti degli Opg dimessi ancora gravemente malati e socialmente pericolosi, quando commetteranno reati, magari anche gravi, semplicemente finiranno in carcere. Dove già oggi si trova il più grande Opg che si sia mai realizzato. In grandi carceri come Opera o come le Vallette di Torino ci sono centinaia e centinaia di cartelle psichiatriche aperte con pazienti francamente patologici affetti da psicosi, da dipendenze e da altri disturbi mentali che ricevono una terapia psichiatrica in un luogo totalmente inappropriato. Le carceri già gravate da un peso organizzativo e drammatico rischieranno di trasformarsi con questa nuova iniezione di follia in un vero e proprio manicomio degno del Marat-Sade di Peter Weiss. La constatazione forse più tragica è che gli agenti di polizia penitenziaria, essendo una delle categorie più affette da suicidio che è l’effetto di una patologia depressiva e psichiatrica, siano le prime vittime di questa ulteriore e definitiva illusione ideologica. Quella per la quale in Italia la totale discordanza fra parole e fatti, fra desideri e sostanza, si traduce sempre nel tripudio delle chiacchiere in cui si mescolano grandi ideali e porci comodi. Quello che anche questa intempestiva, impreparata e irrisolta chiusura degli Opg rischia di produrre. D’altra parte, come ben si sa, di buone intenzioni è spesso lastricata la via dell’inferno.
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