Alessandria (Henry Jekill) – Hanno gettato la maschera. La cittadella sarà devastata. Venerdì scorso Europa Nostra ha pubblicato in rete un documento (http://www.europanostra.org/news/621/) elaborato dai nostri tecnici, in cui si spiega quale sarà il destino della cittadella di Alessandria. Ebbene, a leggere quel che c’è scritto si ha la certezza che siano arrivati i barbari e la struttura sarà irrimediabilmente deturpata coi soldi (tantissimi) dell’Istituto della Banca Europea per gli Investimenti, che sono anche nostri.
Nel comunicato di Europa Nostra datato 3 luglio 2015 si legge: “L’obiettivo del progetto è quello di ripristinare la Cittadella e gli edifici storici presenti all’interno dei suoi 54 ettari, e trasformarli in beni, autosufficienti economicamente sostenibili che beneficano la città di Alessandria e la regione Piemonte. (…) I costi di riqualificazione vanno da 120 a 200 milioni di euro a seconda delle opzioni scelte, mentre i lavori preliminari costeranno da 10 a 20 milioni di euro. (…) Secondo il rapporto, le principali sfide tecniche che devono essere soddisfatte da parte delle autorità locali sono: 1) l’adozione di una politica di sviluppo per l’intero sito, definire quali strutture saranno utilizzate per scopi culturali e che possono essere sviluppati per scopi commerciali o senza fini di lucro (…); 2) la realizzazione di un programma pluriennale per sradicare l’ailanto; 3) l’installazione di servizi essenziali e di infrastrutture di trasporto; 4) la riqualificazione di tutte le strade nei pressi del sito e l’adattamento del piano di gestione del traffico cittadino, al fine di garantire l’accessibilità al sito (…); 5) lo sviluppo di uno studio del rischio di alluvione e di piano di recupero. (…) Si raccomanda pertanto che un team di implementazione del progetto sia istituito all’interno dalle autorità cittadine, guidato da un dirigente professionalmente qualificato e con esperienza, che dovrà operare sulla base di contratto a termine”.
È inutile girarci intorno perché il piano prevede strutture utilizzate per scopi commerciali, nuove strade e l’adattamento del traffico cittadino al fine di garantire l’accessibilità al sito.
Ed ecco spiegato perché hanno costruito il Ponte Meier che entrerà nella cittadella, magari non subito ma, demolendo un pezzo alla volta finirà per sfondarla e sbucare con una bella strada provinciale dall’altra parte, perché le macchine una volta dentro dovranno pur uscire e lo faranno da Porta San Michele lungo una strada che si raccorderà certamente con la strada per Casale e quella per Torino.
Sotto immaginiamo come potrebbe trasformarsi l’intera area.
Fermiamoli!
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