Casale Monferrato (Gianni Patrucco) – Per la controversa discarica Bazani nel 1996 arriva l’autorizzazione per 500.000 metri cubi su 4 lotti. Nel 2009 si aggiunge l’autorizzazione per un quinto lotto di 75.000 metri cubi, portando il dimensionamento autorizzativo totale a 575.000 metri cubi. Dai documenti ufficiali è sempre stata ribadita la disponibilità di un quinto lotto di 75.000 metri cubi, per cui il documento di richiesta di autorizzazione unica ambientale (A.I.A.), trasmesso in data 30/09/2013 alla provincia, indica, relativamente al LOTTO 5, che è stato “realizzato ma non ancora in coltivazione (volume autorizzato 75.000 metri cubi)”. Per quanto riguarda poi la relazione ufficiale sulla discarica della COSMO, trasmessa ogni anno al Comune di Casale, oltre che alla Provincia e all’Arpa, parla di una volumetria disponibile complessiva della discarica di 80.617 metri cubi. Inoltre le perizie asseverate, di cui la Cosmo ha la responsabilità, ricorrendo ad un perito esterno che ha riferito al cda e ai soci, ci dicono che c’era una disponibilità complessiva di 92.300 metri cubi mentre la perizia del 27 marzo di quest’anno definisce che il volume ancora disponibile per tutta la discarica è di 32.626 metri cubi per il fatto che non era stato preso in considerazione – e quindi verificato – il 5° lotto che, dice il perito, per quanto a sua conoscenza, doveva poter contenere 75.000 metri cubi. La perizia afferma anche che “il 5° lotto era già stato parzialmente sfruttato da tempi remoti (quando?) e che il volume complessivamente utilizzabile del 5° lotto al 24/11/2014 (data di inizio di sfruttamento del 5° lotto) era pari a metri cubi 34.100”. Solo nel marzo del 2015, improvvisamente si viene a sapere che la disponibilità reale del 5° lotto non era di 75.000 metri cubi ma di soli 34.000 metri cubi, riducendo la capacità residua di 41.000 metri cubi rispetto alle precedenti informazioni ufficiali; in sostanza, tenendo conto dei conferimenti degli ultimi anni, risulta improvvisamente accorciata la vita della discarica di circa 3 anni.
“Tutto ciò – spiega Giorgio Demezzi (nella foto), ingegnere ed ex sindaco di Casale, nonché attuale capo della minoranza in consiglio comunale (FI) – ha creato informazioni errate per le valutazioni che i Sindaci potevano effettuare fino al 2014, provocando una situazione di possibile emergenza, che comunque non può essere risolta semplicemente con l’acquisto di un’area di 65.000 metri quadri e con l’opzione di acquisto di un’altra area di pari dimensioni, ipotizzando dunque un ampliamento enorme dell’attuale discarica con una capacità volumetrica potenzialmente uguale alla discarica attuale. Sarebbe auspicabile – conclude Demezzi – valutare, come succede nel resto dell’Europa ed incomincia a diffondersi anche nei comuni italiani, la possibilità di costruire un impianto, che tratti il rifiuto non più riciclabile per produrre un combustibile solido secondario che potrà essere valorizzato con il suo recupero energetico. Questo trattamento in sinergia con la raccolta differenziata è universalmente riconosciuto come il modo per eliminare la costruzione di nuove discariche”.
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