IL COMUNE DI OVADA CONDANNATO AL RISARCIMENTO DANNI

12 Maggio 2015 admin_AG CRONACA, Giudiziaria 151

Alessandria – Il tribunale di Alessandria ha condannato il Comune di Ovada a risarcire le famiglie dei due ragazzi morti annegati in auto nel novembre del 2008, travolti dallo Stura in piena, durante l’attraversamento del guado Gnocchetto di Ovada. Ieri la giudice Stefania Polichetti ha disposto che l’Ina Assitalia, la compagnia assicuratrice del Comune di Ovada, debba risarcire le famiglie dei due ragazzi per circa 700.000 euro. Il sindaco di Ovada dell’epoca, Andrea Oddone, è già ricorso in appello impugnando la sentenza penale del Tribunale di Alessandria dell’11 aprile 2012 (e depositata il 4 luglio) che lo ha condannato a 8 mesi per omicidio colposo e al pagamento delle provvisionali alle famiglie delle vittime. Nel novembre del 2008 i giovani Enzo Pronestì 20 anni e Peter De Roma 20 anni, figlio di un carabiniere, diplomato all’Itis Barletti, entrambi residenti ad Ovada, a bordo di una Ford Focus erano riusciti a raggiungere il Guado del Gnocchetto in quanto, secondo l’accusa in primo grado, il Comune non aveva provveduto a piazzare cartelli e sbarramenti per impedire l’accesso. In base alla sentenza di primo grado che attribuisce al sindaco una responsabilità colposa, la città di Ovada era già stata condannata a pagare 140.000 euro di risarcimento anche se la difesa ha sostenuto che la strada, lungo la quale si è verificato l’incidente, è privata, per cui la sua custodia obbliga il proprietario, in caso di impraticabilità, a transennarla. Inoltre, contrariamente a quanto riportato dalla sentenza in primo grado, al momento dell’incidente non c’era affatto un nubifragio in quanto, pioveva, sì, ma l’allarme era per la neve. Quella tragica notte per raggiungere l’autogrill sull’A26, i due giovani hanno tentato di attraversare il guado del Gnocchetto sullo Stura sotto la neve ma chi era al volante ha perso il controllo del mezzo a causa del fondo sdrucciolevole finendo in acqua e i due ragazzi sono morti annegati. Ora si attende che sia fissato il processo in appello anche se le famiglie delle vittime hanno già ottenuto il risarcimento.