Alessandria (m.c.) – Ieri sono arrivati altri 50 profughi (15 donne eritree e 35 uomini di Nigeria, Somalia, Mali, Gambia e Guinea) e nella nostra provincia, da quando è iniziata l’accoglienza nel novembre scorso, sono circa 450, sistemati in appartamenti nuovi, dotati di ogni confort. Perfino in case appena ristrutturate come quella di Via Santa Caterina ad Alessandria dove i muratori stanno ancora lavorando. Ed è dimostrato che sono privilegiati rispetto agli italiani in cerca di una casa popolare che non riescono a trovare. Questa è la logica di qualcuno che fa parte d’una certa classe dirigente, che ha nome e cognome, gente con la grana che frequenta i salotti chic della nostra città ma che vota a sinistra e anche per Rita Rossa. Uno degli artefici della terribile trovata è l’architetto Gianni Ghe, post comunista oggi Pd, vicepresidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Alessandria ma anche presidente della Casa di Riposo Borsalino di Corso Lamarmora che, d’accordo con la prefettura, ha avuto l’idea di ospitare i primi profughi (a 35 euro al giorno per persona) affittando degli alloggi nuovi e ammobiliati in città e ce li ha infilati dentro a gruppi di 5 o 6. La cosa lascia per lo meno perplessi in quanto l’attività di intermediazione immobiliare non è prevista dal piano di accoglienza del governo italiano, e neppure dagli altri enti pubblici di livello inferiore. Inoltre esiste un problema di correttezza per cui il presidente di una casa di riposo pubblica (la Borsalino è del Comune di Alessandria) nonché vicepresidente di una fondazione bancaria del territorio non può gestire il traffico dei profughi a spese dello Stato: 35 euro a testa per 450 profughi fanno 472.500 euro al mese, e io pago. E i sindacati cosa dicono? Niente, perché molti sindacalisti sono anch’essi frequentatori di quei salotti snob, e non possono difendere i diritti degli italiani senza lavoro e senza casa. È molto più elegante difendere i disperati di altre parti del mondo, se di colore è ancora meglio, che vengono nel nostro paese a bordo di barconi salpati dalla costa libica. E il “Movimento per la casa” cosa pensa a questo proposito? Ci piacerebbe proprio saperlo. E mentre attendiamo una risposta anche dalla CGIL, si viene a sapere che i posti a disposizione sono esauriti, ma si può star certi che, come per incanto, ne salteranno fuori di nuovi come sono saltati fuori i primi appartamenti di Ghe nel novembre scorso. Per i profughi si troveranno, ci mancherebbe altro, fossero operai italiani sfrattati nessuno muoverebbe un dito, ma per loro ci sarà la mobilitazione generale del popolo della sinistra. Sui 500 posti richiesti dall’ultimo bando di marzo, da Coop e associazioni varie (tutti di sinistra naturalmente) è arrivata la disponibilità per meno di quattrocento e ci si è dovuti rivolgere a chi già è coinvolto nel servizio di accoglienza – leggi Ghe, sempre lui – per sistemare i profughi in forza di affidamenti diretti a chi non aveva neppure partecipato alla gara. Tutto ciò mentre la Polizia sta effettuando controlli sui Tir che transitano sulle nostre autostrade provenienti dall’est perché potrebbero trasportare profughi nel cassone. È la nuova tendenza per entrare illegalmente nell’Unione Europea nascondendosi nei veicoli che attraversano regolarmente i valichi di frontiera. Un fenomeno che, nell’ultimo anno, è addirittura quintuplicato. L’aumento è stato registrato principalmente lungo il confine che separa la Turchia dalla Bulgaria. Questo dato è contenuto nel documento appena pubblicato dall’Agenzia Frontex che fa una panoramica generale sui flussi di immigrati clandestini che raggiungono il Vecchio Continente. Gli attraversamenti illegali delle frontiere UE negli ultimi 12 mesi sono stati 250.000, ed è chiaro che, se i barconi approdano al Sud, i Tir vengono da noi, per cui dobbiamo attenderci un’impennata di arrivi nei prossimi mesi. Saranno contenti quelli che gestiscono l’accoglienza che finalmente potranno affittare i loro appartamenti sfitti a spese dello Stato. E io pago.
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