Alessandria – Ad Alessandria l’organizzazione per festeggiare il Compleanno della Città (ma cos’è Alessandria: Roma, Atene, Ur, Aleppo o Gerico, città plurimillenarie dov’è nata la civiltà, città eterne che meritano una festa di compleanno che loro, per la verità, a quanto so, non festeggiano?) è stata affidata a chi organizzava manifestazioni celebrative di regime per conto del Politburo nelle cittadine dimenticate degli Urali. Diversamente risulta difficile credere come, nel 2015 nel cuore di una città del Nord Italia, ancorché capitale della Mandrognìa, si possa vedere tanto disordine, così poco decoro e tanto cattivo gusto. Puzza, casino e sporcizia. A prescindere dalle bande musicali e dalle majorette che con la cultura sovietica ci azzeccano poco, a prescindere dai bersaglieri in camicia rossa come se fossero garibaldini, è stato chiuso per quattro giorni il traffico del centro città per installare una serie di bancarelle fra Via dei Martiri e Piazza della Libertà. Non c’era una struttura uguale all’altra ma un autentico caravanserraglio dove persino i fumi che uscivano dagli enormi bracieri hanno ristagnato nella piazza e nelle vie adiacenti per tutta la durata della manifestazione. Sembrava di essere in pizzeria ancorché all’aria aperta. Complimenti quindi per l’attenzione riservata dagli organizzatori alla nostra città che, non tanto tempo fa, era famosa per l’eleganza che caratterizzava perfino le operaie all’uscita dalla fabbrica. Ma poi è arrivata una sindaca originaria di Sale, paese del tortonese prossimo alla Lombardia che con Alessandria c’entra come i cavoli a merenda, e s’è fatta una gran confusione. Meno male che alla testa di tutta l’operazione c’era un’organizzazione sindacale mandrogna dei commercianti, quella, tanto per intendersi, che lo scorso dicembre ha chiesto le dimissioni dell’Assessora al Commercio (la povera Barrera) colpevole di aver chiuso la sede stradale della piazza per ben 30 metri lineari. Per fortuna la Presidente dell’Associazione organizzatrice dell’evento, che è di origine padovana (anche lei con la Mandrognìa non c’entra un fico secco), s’è premurata, un po’ seccata a dire il vero, di far sapere ai cittadini che aveva organizzato tutto “a costo zero” (e che è…, con tutti i soldi che le danno in Fondazione, in Confesercenti e altro, voleva anche essere pagata?) e che in futuro la cosa sarà organizzata meglio (non ci vuole molto perché impossibile fare peggio) se si avrà più tempo a disposizione (che cominci la settimana prossima a pensare al Compleanno 2016, visto come è andata stavolta?). A ben guardare però due categorie artigiane hanno lavorato tanto grazie a questa iniziativa: le lavanderie e le parrucchiere per signora. Le prime per lavare tendaggi delle dimore del centro ed indumenti della popolazione impregnati dai fumi del montone arrostito, le seconde per lavare i capelli puzzolenti di fritto. Notizia dell’ultima ora: come avevamo già previsto l’ex assessora al Commercio, ora presidente di Confesercenti, la bella Manuela Ulandi (coadiuvata da un altro ex Assessore al Commercio suo fido scudiero), stavolta non ha chiesto le dimissioni dell’attuale Assessora al Commercio (la povera Barrera) per piazzare al suo posto una nuova assessora (con la bella Manuela si declina tutto al femminile). Chissà, sarà per la prossima volta.
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