Gavi (AL) Franco Traverso – Non è di Gavi, viene da un’altra vallata, la Val d’Orba il cui vino principale non è il bianco ma un barbera forte, vinificato in un territorio la cui altitudine è mediamente cento metri più bassa di quella della Val Lemme che è la zona del Gavi Docg, eppure Maurizio Montobbio da Capriata, vignaiolo di 45 anni è il nuovo presidente del Consorzio Tutela del Gavi. Prende il posto di Pietro Broglia, 62 anni, il noto produttore vinicolo, che non è stato confermato al vertice del Consorzio tutela del Gavi in qualità di presidente, nella seduta di martedì 21 aprile scorso. Broglia era stato eletto nel 2012 ma recenti contrasti interni al consorzio l’hanno messo in minoranza. L’ultimo è stato per la terza edizione della manifestazione “Di Gavi in Gavi” in programma a fine agosto. Mentre Broglia e altri volevano trasferirla per quest’anno all’Expo di Milano, la maggioranza del Consorzio ha scelto di rimanere a Gavi. L’importante imprenditore novese puntava alla maggior resa finanziaria del Gavi DOCG in virtù del blocco dei nuovi impianti delle viti, con conseguente aumento della qualità del prodotto ma anche dei prezzi di uve e vino. La maggioranza stavolta ha dato la fiducia a Montobbio che non pone blocchi di produzione come voleva Broglia per puntare maggiormente sulla promozione del territorio anche attraverso la valorizzazione della realtà enogastronomica locale. Insomma, Broglia pensava in grande, ad un Gavi forte sui mercati internazionali, venduto ad un prezzo importante, mentre Montobbio sembra avere una visione più sobria che privilegia la realtà locale sorretta da un “vino per tutti” come era il Cortese di Gavi di quarant’anni fa. Si tratta forse d’una visione più conservatrice e meno manageriale di quella di Broglia che invece puntava esclusivamente sul prodotto finale per farlo arrivare alle vette di mercato, non tanto per la quantità di venduto, ma per il margine operativo del fatturato. Una visione certamente più di marketing che ha perso contro una concezione dell’agroalimentare più attenta al territorio, per certi versi discutibile tenuto conto dell’ambito dei mercati che invece è globale. Nel nuovo Cda che appoggia Montobbio ha prevalso la politica dei prezzi bassi e della valorizzazione di un territorio. L’esatto contrario di quello che voleva il mai dimenticato Carletto Bergaglio (nella foto), il vivace e geniale presidente della Pro Loco degli anni settanta e ottanta che ha fondato l’Ordine dei Cavalieri del Gavi e del Raviolo, e che ha lanciato il vino bianco prodotto in quella che ha ottenuto dal Ministero degli Interni si chiamasse “Città di Gavi” (prima di lui si chiamava Gavi Ligure) nella ribalta internazionale, presente sulle tavole più esclusive da Buckingham Palace alla Cina, dalla casa Bianca alla Russia. Il Cda del Consorzio ha infine eletto vice presidenti Gianfranco Semino, l’attuale presidente della Cantina Produttori del Gavi, e Massimo Marasso, enologo della Fratelli Martini di Cossano Belbo (Cn). La nomina di Marasso potrebbe essere anche indice di un coinvolgimento dei produttori langaroli che imbottigliano già oggi il Gavi, dimostrata anche dal fatto che nel Cda compare Gianni Martini, direttore proprio della Fratelli Martini.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.