E chiunque, d’ora in poi, avrà il coraggio di sostenere che questa piazza calcistica fatichi a riconoscere la bravura e la professionalità degli addetti ai lavori che si avvicendano ad Alessandria, che sia bruciato sul rogo, come Savonarola. Io mi sto preparando. Fortunatamente sia in curva che all’interno del redivivo Orgoglio Grigio (organismo fondato per alti scopi e ormai ridotto a distribuire presidenze onorarie ed organizzare adunate) ci sono alcuni maitre à penser che si lanciano in mirabili analisi tecnico tattiche a prima vista impeccabili ed è inutile dire che ‘sti tecnici da operetta trovano anche chi dà loro spazio e sono quei giornalisti per i quali il calcio è come per un devoto il terzo segreto di Fatima: un mistero. A questo punto propongo a Di Masi di istituire un direttorio che affianchi quel babbeo di Mister che dorme in panchina, gli suggerisca moduli alternativi e lo guidi nei cambi a partita in corso. Nel tempo libero, poi, il direttorio succitato potrebbe prendersi cura delle trattative di mercato imbastite da Magalini e decidere al meglio su giocatori che devono arrivare, rimanere o partire. Questo organismo non dovrà essere pleonastico bensì formato da un massimo di cinque scienziati della pelota, scelti fra tifosi eccellenti e giornalisti, uniti dalla caratteristica di avere “i Grigi nel cu… ore“. Infatti tutti gli altri sportivi e commentatori che seguono l’Alessandria non hanno un “cuore grigio” ma sono dotati di inutili cuori multicolore e quindi poco adatti alla bisogna. Per essere più convincenti circa le doti dei componenti di questo erigendo direttorio, fatto di tifosi sedicenti eccellenti e di giornalisti già vincitori di Premi Pulitzer, diamo alcune indicazioni di quanto questi autentici minchioni hanno osato dire e scrivere, imbrattando pagine di giornali e pagine facebook spiegandola a tutti, dirigenti compresi, i quali, qualche volta, li sono stati a sentire. “Quelli del direttorio” sono quelli, fra l’altro, che: 1) hanno accolto come un messia Scusatis e lo hanno difeso addirittura dopo aver visto la squadra da lui allenata giocare; 2) hanno spalleggiato Tintoretto Menegatti per ben anni due senza tentare di riverniciargli la chioma i cui bulbi affondavano su una zucca birichina ineluttabilmente vuota; 3) hanno applaudito l’arrivo degli “alessandrini” (Rag. Gattopardon & C.) alla testa dell’Alessandria e si sono meravigliati quando, otto mesi dopo, volevano liquidare la società; 4) dopo l’esonero di Cusatis hanno caldeggiato l’ingaggio di Notaristefano e non hanno perdonato a D’Angelo di aver ereditato da Egidio la squadra al quattordicesimo posto e di averla portata “solo” al terzo posto a fine campionato; 5) hanno tentato in tutti i modi, in combutta con certi procuratori, di condizionare le scelte tecniche della Società pretendendo conferme di giocatori bolliti che qui si erano fatti la claque personale; 6) hanno tentato di riciclare idoli del Mocca in dirigenti e tecnici; 7) hanno contestato Mora dopo la sua prima stagione in grigio suggerendo di metterlo sotto tutela; 8) hanno lapidato e deriso Marconi appena arrivato perché non era gradito al loro mister di riferimento (salvo poi dargli 10 in pagella un anno dopo manco fosse Cristiano Ronaldo); 9) hanno tentato di imporre la riconferma di gente come Roselli e Baiocco, e qualcuno li rimpiange ancora; 10) non hanno battuto ciglio quando la società nel luglio scorso ha comunicato l’obiettivo stagionale del decimo posto (quindi fra le prime trenta squadre di Lega Pro) e si lamentano adesso che abbiamo buone possibilità di entrare fra le prime otto; 11) stanno lapidando D’Angelo che ha il contratto in scadenza ma non osano criticare il DS che invece è blindato da un triennale (coraggiosi, eh?); 12) non riconoscono ad occhio il modulo col quale gioca la loro squadra ma si lamentano che il modulo adottato non va bene; 13) hanno contestato Guazzo a settembre perché aveva sbagliato due rigori e adesso contestano la Società per averlo messo fuori rosa senza il loro preventivo assenso; 14) hanno contestato la fascia di capitano tolta a Cammaroto con atto d’imperio e adesso si fanno andare bene un capitano diverso ogni settimana; 15) hanno sostenuto che bisogna giocare la domenica, d’inverno alle 14,30 e d’estate alle 16, sennò non è più calcio; 17) hanno costretto Degano, prima ad emigrare, e sei mesi dopo non lo hanno lasciato andar via, sbagliando in entrambi i casi; 18) hanno teorizzato che partire dal basso, dalla Promozione per esempio, purifica e consente di programmare il futuro, mentre ora, neo ammessi in Lega Pro, bisogna per forza andare in B al primo colpo; 19) hanno disprezzato allenatori come Sonzogni, capaci di portare a casa 33 punti in un girone con un organico che definire raccogliticcio è un’esagerazione; 20) non hanno né apprezzato né caldeggiato giocatori come Floriano e Sabato per “suggerire” rinnovi di ultratrentenni spappolati ma funzionali agli orticelli locali col celebre ricattino del tipo: “è uno di noi … e abbiamo detto tutto”; 21) hanno trasformato trasferte formato quasi-scampagnata in lotte medioevali fra Guelfi e Ghibellini (vedi Arezzo, la quale la scampagnata, anzichè farla con noi, la farà probabilmente a Novara) solo perché Penna Demente credeva, grazie a quella stupida polemica da lei genialmente creata, di vendere cinque copie in più del suo fogliaccio, illeggibile e collezionare 8 “mi piace” sul suo profilo facebook . Sono arrivato solo a 21 buoni motivi per considerare il preconizzato Direttorio, formato dai riconosciuti ideologi del tifo mandrogno in combutta con la penna peggiore della critica sportiva planetaria. Infatti, quando questi babbei prendono posizione, tutti sapranno con assoluta certezza che è meglio fare esattamente il contrario di quello che dicono di fare. Ulteriore conferma lunedì scorso quando, a commento della sconfitta dell’Alessandria contro il Monza, Penna Scadente (alias Penna Demente e Quattro Salti in Pagella, così ribattezzata per aver dato voti diversi ai giocatori su giornali diversi per la stessa partita) supera se stessa, scrivendo una minchiata fotonica che surclassa le precedenti: “D’Angelo mette in campo, a metà della ripresa, tutti e quattro gli attaccanti per un 3-3-4…” dimostrando che ignora come i moduli nel calcio indichino le linee che formano i giocatori in campo quando non sono in fase di possesso palla. Altrimenti, quando capita un corner sul quale va a saltare pure il portiere della squadra che attacca, cosa facciamo, parliamo forse di modulo 0-11-0? Eppure questo autentico esempio di analfabeta del calcio scrive su giornali di cui direttori e capiredattori quello sport lì lo conoscono bene quindi sarebbe meglio che mandassero Penna Demente a fare i servizi sui tornei rionali di calcio balilla in quanto lì c’è un modulo solo, il 2-5- 3. Per Salò invece mi permetto di dare un consiglio che col calcio giocato non c’entra nulla: si ritorni per favore alle maglie usate prima della infausta partita contro i brianzoli, magari accompagnate dai classici pantaloncini neri. Lo so che la divisa conta poco… ma se contasse qualcosa?
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