Occimiano (AL) Max Corradi – La Procura della Repubblica di Alessandria non ha disposto l’autopsia sul cadavere di Maria Repetto Barbin, la donna di 86 anni di Casale Monferrato, non autosufficiente, ospite della Casa di Riposo San Camillo, che si è ferita gravemente in circostanze ancora da chiarire il pomeriggio del sabato di Pasqua, 4 aprile 2015, cadendo dalla finestra della sua camera. La poveretta è morta durante il trasporto all’ospedale, mentre non è confermato il fatto che la sua compagna di stanza sia caduta insieme a lei nel tentativo di trattenerla, riportando solo lesioni non letali. I funerali si sono svolti mercoledì 8 aprile in fretta e furia e la cosa insospettisce non poco. L’intera vicenda, come al solito riportata solo da noi di Alessandria Oggi, ha destato scalpore al punto che a giorni sarà depositato un esposto denuncia, anticipato via fax e via e-mail, all’attenzione del Procuratore della Repubblica di Alessandria, da parte dell’avvocato Paolo Cornaggia di Vercelli per incarico di un suo cliente che preferisce mantenere l’anonimato. Facendo riferimento ai nostri articoli in merito al misterioso decesso della signora Repetto Barbin che, in un primo momento, qualcuno attribuiva ad un suicidio mentre poi s’è fatta avanti anche l’ipotesi del malore, l’attento avvocato di Vercelli fa sue le nostre perplessità sulle “gravi anomalie nella gestione da parte della cooperativa Polima”, evidentemente non (tutte) risolte in seguito alla recente ispezione del dottor Giuseppe Pollarolo, presidente della commissione di vigilanza sulle strutture assistenziali dell’ASL di Alessandria. Nell’esposto-denuncia l’avvocato Cornaggia ricorda come “in occasione di una fattispecie non del tutto dissimile, il Tribunale di Como condannò, quale responsabile della sorte di una specifica paziente, un noto psichiatra, con sentenza di omicidio colposo poi passata in giudicato a causa della omissione delle cautele necessarie alla custodia di soggetti difficili (la vittima pur “badata” a vista approfittò di una assenza fisiologica dell’accompagnatrice per suicidarsi)”. Anche se la signora Repetto Barbin fosse caduta a causa di un malore che l’ha fatta svenire e perdere l’equilibrio sfracellandosi dopo un volo di circa cinque metri, sufficienti, data l’età avanzata, a procurarle lesioni tali da causarne il decesso, potrebbe ugualmente prefigurarsi un caso di scarsa attenzione da parte del personale della struttura.
Tuttavia, nonostante la gravità di tutta la vicenda, sembra proprio che qualcuno voglia nascondere la verità, per cui restano ancora domande che attendono risposta.
Si tratta di suicidio o di un tragico incidente?
Perché poi, nonostante l’ispezione del dottor Pollarolo che aveva rilevato gravi anomalie nella gestione degli anziani non autosufficienti, la casa di riposo San Camillo di Occimiano ospita ancora degenti anziani non autosufficienti come la signora Repetto Barbin?
Ma non è finita in quanto nell’esposto dell’avvocato di Vercelli si “richiede se la valutazione d’ufficio di colpevolezza della condotta possa riguardare, oltre Salvatore Licata e Gennaro Pollicino manager della cooperativa, nella vita lavorativa infermieri dell’ASL di Vercelli in part time, entrambi gestori effettivi e diretti del personale della cooperativa, il funzionario comunale responsabile Maria Luisa Casalone, nonché – per difetto di diligenza in vigilando – il Sindaco Valeria Olivieri (nella foto). Quali persone informate sui fatti, non in turno al momento dell’accaduto, le Signore Ornella Malvicini, Natalia Kurchenko, Tiziana Rizzoni, Elvira Kaso, Francesca Marando, Luigina Randazzo; presenti in turno, al momento dell’accaduto le Signore Akoko e Andrey, medico convenzionato con l’ASL ed indicato dalla Signora Repetto Barbin ed il Dottor Patrucco medico della struttura”. È molto probabile che la Procura della Repubblica apra un fascicolo a carico della cooperativa Polima che gestisce la struttura di Occimiano per chiarire sia le cause dell’incidente, che la regolarità operativa della casa di riposo San Camillo che, a quanto ci dice lo stesso responsabile di struttura Gennaro Pollicino, non ha ancora provveduto a mettersi a norma dopo l’attenta ispezione del dottor Pollarolo.
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