L’ADDETTA STAMPA DELLA PROVINCIA FA LA MODELLA IN UFFICIO

8 Aprile 2015 admin_AG PRIMO PIANO 597

Alessandria (Piero Giacobone) – Dopo il caso Zaccone-Minetti trattato dal collega Jekill, mi tocca scrivere di un’altra addetta stampa, la signora Cristina Antoni della Provincia di Alessandria (presidente Rita Rossa). Infatti un nostro informatore ci ha segnalato un servizio disponibile liberamente su facebook che ritrae la bella Cristina in pose romanticamente sensuali (è una bella donna). Fin qui niente di male, solo che lo farebbe durante l’orario di lavoro. Infatti appare del tutto evidente che le ambientazioni sono spesso ricavate nei locali della Provincia come si può vedere sopra, dove la bella Cristina è fotografata, da sinistra a destra, davanti alla finestra del suo ufficio da cui si vede il campanile del Duomo, seduta su un bel divano di Palazzo Ghilini davanti ai caratteristici scurini settecenteschi alle finestre e, addirittura, nella sala Giunta davanti allo specchio che riflette le bandiere della Provincia, d’Italia e della UE! Qualcuno mi ha fatto notare che le foto potrebbero essere state fatte in un giorno non lavorativo, ma se è così è ancora peggio perché il custode del palazzo dovrebbe inibire l’entrata a chiunque, anche se è un’addetta stampa, soprattutto se al suo seguito ha fotografi con macchine, fari e cavalletti. Insomma, il Maligno mi sussurra all’orecchio che lo stipendio netto di circa 1800 euro al mese percepito dalla bella Cristina non sia meritato, data l’esigua quantità di comunicati stampa che produce il suo ufficio ma, soprattutto perché invece di fare la giornalista per cui noi cittadini la paghiamo, fa la modella. E in un momento in cui la presidente Rita Rossa si appresta a licenziare 300 dipendenti in esubero, la bella Cristina si fa cogliere in languidi atteggiamenti. Ma andiamo, siamo seri, se non sbaglio l’addetta stampa è anche una rappresentante della Provincia, e farsi ritrarre nella sede istituzionale in quelle pose poi postate su facebook non è di beneficio all’immagine del nostro massimo ente amministrativo pubblico.
E io pago.