Serravalle Scrivia (AL) Mattia Carrea – Venerdì 10 aprile, alle 21.00, nella Sala Conferenze della Biblioteca Comunale “Roberto Allegri”, sarà presentato il volume “Quelle grandi ruote rosse. Storie di vita e di lavoro in Valle Scrivia”. Parteciperanno alla serata i curatori Francesco Bertuccio e Maria Giovanna Mello accompagnati dalle letture di Orazio Simonotto.
La linea ferroviaria dei Giovi, voluta dal governo sabaudo per collegare Torino con il porto di Genova, è il filo conduttore dell’intero volume. Attraversa l’intera Valle Scrivia, importante area di collegamento tra il Mar Ligure e la pianura. Questo territorio è stato coinvolto da una rapida successione di eventi e trasformazioni ambientali, economiche e sociali nel corso dei 150 anni dalla realizzazione della ferrovia. Trasformazioni ed eventi percepibili nelle testimonianze dirette dei protagonisti, raccolte nel libro.
Inaugurata nel 1854 dal re Vittorio Emanuele II accompagnato dal primo ministro Camillo Cavour, la linea si dipana attraverso un territorio dalla conformazione orografica e idrografica complessa che ha posto diverse sfide alla realizzazione dei lavori, superate grazie ad opere di ingegneria eccezionali per quel tempo. Tra queste spicca la Galleria dei Giovi che, con i suoi 3269 metri di lunghezza, rappresentava, all’epoca, la galleria più lunga del mondo interamente scavata a mano.
Tra il 1907 e il 1915 fu realizzata, per tratte successive, l’elettrificazione a corrente alternata trifase delle linee di valico. Dopo la seconda guerra mondiale iniziò a Genova la conversione in corrente continua che, per le tratte dei Giovi, fu realizzata tra il 1961 e il 1964. Oggi le trasformazioni tecnologiche hanno profondamente mutato la ferrovia, svuotandola del lavoro umano e riducendo il personale a poche unità; ma per 150 anni è stata un fattore determinante dello sviluppo della vallata, favorendo la nascita di industrie e attività economiche, trasportando tonnellate di merci e migliaia di pendolari, lavoratori e studenti, fornendo essa stessa lavoro a centinaia di persone. Proprio la voce di questa moltitudine di persone – dai lavoratori dei cantieri di costruzione ai moltissimi pendolari che negli anni hanno preso il treno; da chi ha vissuto i terribili momenti della seconda guerra mondiale a chi, in un modo o nell’altro, è legato alla grande via di comunicazione – è la protagonista indiscussa del volume.
Le interviste raccolte in questo libro, a cura di Francesco Bertuccio, sociologo, e Maria Giovanna Mello, insegnante, si inseriscono nel progetto di valorizzazione della Valle Scrivia grazie alle memorie lasciate dalla ferrovia tra gli abitanti del territorio, progetto portato avanti dall’Associazione “Mastodonte dei Giovi”. Ad essa si deve già la promozione di un museo dedicato alle Linee dei Giovi, la cui realizzazione è stata decisa dal Comune di Ronco Scrivia nel 2005, e l’idea di un “Ecomuseo delle Linee ferroviarie dei Giovi” diffuso sul territorio e capace di valorizzare sia i preziosi manufatti collegati alla ferrovia, che le bellezze naturali della valle.
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