Alessandria – Si intensifica la rivolta dei comuni collinari che non vogliono pagare l’Imu agricola. Nell’alessandrino sono tre, Ponzano, Gabiano e Mombello, che hanno presentato ricorso al Tar del Lazio. Secondo molti osservatori infatti l’Imu agricola imposta ai comuni collinari si tratta d’una tassa iniqua perché incide su territori collinari per lo più abbandonati, che non producono reddito, in un momento in cui le famiglie hanno grosse difficoltà finanziarie e in cui le nostre colline sono sempre più abitate da una popolazione prevalentemente anziana.
L’art. 22 del D.L. 28.11.2014 individua tre differenti fasce territoriali e l’ambito applicativo dell’imposta.
- Esenzione totale – per tutti i terreni agricoli situati in Comuni ubicati ad una altitudine superiore a 601 metri sul livello del mare (s.l.m.), indipendentemente dalle caratteristiche soggettive del proprietario/possessore;
- Esenzione specifica – per i terreni agricoli posseduti da posseduti da coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (IAP) iscritti nella previdenza agricola, ricadenti nei Comuni ubicati tra un’altitudine pari o superiore i 281 e i 600 metri sul metri sul livello del mare (s.l.m.);
- Imponibilità IMU – per i tutti i terreni agricoli situati in Comuni posti al di sotto dei 281 sul metri sul livello del mare (s.l.m.).
Tuttavia si registra qualche buona notizia. Infatti il senatore del Pd Federico Fornaro (nella foto) è riuscito a fare approvare un emendamento che introduce una detrazione di 200 euro per i terreni della cosiddetta “collina svantaggiata”, posseduti e condotti dai coltivatori diretti e dagli imprenditori agricoli professionali. “Questo intervento correttivo – spiega il senatore di Castelletto d’Orba – interessa quei comuni che erano prima totalmente esenti e non risultano classificati dall’Istat come montani o parzialmente montani. È un gesto di attenzione verso una agricoltura che – spiega Fornaro – non ha mai conosciuto alti livelli di redditività ed è un fondamentale presidio per la difesa del nostro paesaggio e dell’assetto idrogeologico del territorio”. Per quanto riguarda i bilanci dei comuni, invece, per quelli in cui non si pagherà più l’Imu agricola, il decreto già aveva previsto il rimborso integrale dei trasferimenti trattenuti dallo Stato lo scorso anno, mentre per gli altri, sempre grazie all’interessamento del puntuale senatore democratico alessandrino, si faranno i conti entro il 30.9.2015 per verificare la differenza tra gettito teorico ipotizzato dal ministero dell’Economia e l’incasso effettivo da parte dei comuni. Resta tuttavia il fatto che tutti i terreni agricoli posseduti da soggetti diversi da chi li coltiva siano assoggettati ad IMU se ricadono in Comuni ubicati ad una altitudine pari o inferiore a 600 metri sul livello del mare. Il recente ricorso, che si somma a numerosi altri presentati in tutt’Italia, fa riferimento alla classificazione dell’Istat, già adottata per i terreni montani, oltre alla classificazione regionale del territorio.
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