Alessandria – È del tutto evidente che in Italia la giustizia non funziona. Si mandano in galera i giornalisti e si lasciano liberi ladri, truffatori, spacciatori, evasori fiscali, assassini. Il nostro è ormai il Paese di Bengodi per i delinquenti convinti che, come diceva al telefono quel pregiudicato albanese intercettato nei giorni scorsi dai carabinieri, qui in Italia si può fare come si vuole. Ieri pomeriggio i poliziotti hanno arrestato per l’ennesima volta un pregiudicato senegalese, N.D., di 61 anni, in esecuzione all’ordine di carcerazione, risultante da accertamenti in banca dati. In sostanza doveva essere dentro in attesa di espulsione e invece stava vendendo merce contraffatta nel luna park di Viale Milite Ignoto. Nessun controllo, nessuna precauzione ma, soprattutto, la sfrontatezza di chi è certo che, se anche arrestato, appena dopo il processo per direttissima è di nuovo fuori. Verso le 17,25 gli agenti della Sezione Volanti lo hanno sottoposto ad un controllo di routine ed il senegalese, che ha precedenti di Polizia, in particolare per reati di commercio di merce contraffatta nonché in tema di immigrazione clandestina, è risultato sprovvisto di documenti identificativi (ma va?) ed in possesso della sola fotocopia della richiesta del permesso di soggiorno e del passaporto. Insomma è un clandestino che non potrebbe stare qui da noi e che invece, non solo ci sta, ma svolge indisturbato anche un’attività commerciale. Se uno di noi apre un negozio senza permessi glielo chiudono immediatamente e lo multano da piangere, ma il senegalese, come il marocchinio o l’albanese può fare quello che vuole. Accompagnato in questura è venuto fuori che su di lui pende un ordine di carcerazione emesso dalla Procura della Repubblica di Torino dovendo scontare quasi sei anni di galera. Tutto il materiale, consistente in 11 borse di vari marchi, è stato sottoposto a sequestro, mentre per lui sono scattate le manette in attesa di giudizio. Ma gli saranno tolte molto presto. E io pago.
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