Alessandria (Piero Giacobone) – Le notizie su Amag, la partecipata del gas e dell’acqua del Comune di Alessandria, peggiorano. Dopo che le scorte dei contatori a magazzino sono finite e non si sa quando si potranno ripristinare, per il fatto che nessun fornitore è disposto a vendere ad Amag se non con pagamento i contanti, si viene a sapere (e la fonte è assolutamente confermata come quella dei contatori) che a partire dal 2015 l’ex gallina delle uova d’oro, ovvero la partecipata più sana del nostro comune, quella che si permetteva di abbonare crediti milionari a Palazzo Rosso, non riesce neanche a pagare i contributi dei dipendenti. La crisi di liquidità è molto preoccupante e, dopo tre anni di dissennata amministrazione della sinistra e dopo aver cambiato quattro presidenti, le banche non le fanno più credito per cui, avanti di questo passo, andrebbe verso la bancarotta. L’azienda di servizi a capitale pubblico un tempo più sana della provincia, ha accumulato un debito nei confronti dei fornitori di oltre tre milioni e le casse sono vuote. Inoltre l’arrivo di Egea, l’azienda di Alba che dovrebbe curare l’insediamento in città del teleriscaldamento non garantirebbe grossi vantaggi ad Amag che, anche se si accordasse con Egea, pur recuperando gli utenti persi negli ultimi tre anni, non arriverebbe a sanare il proprio bilancio. Inoltre pare che Egea, pure lei in crisi di liquidità (l’a.d. di Egea Pierpaolo Carini – nella foto con Rita Rossa e l’a.d. di Amag Bressan) avrebbe chiesto finanziamenti per un milione di euro ad un istituto bancario del cuneese, mentre non risulta che abbia stipulato un accordo di collaborazione con Amag, per cui il gas potrebbe prenderlo da un’altra parte. In ogni caso la collaborazione fra Amag e Egea, se ci sarà, sarà fra un paio d’anni per i primissimi allacciamenti, per cui, se le cose non dovessero cambiare, c’è tempo e modo per Amag di portare i libri in tribunale.
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