Alessandria – L’Italia è la patria delle associazioni. Ma anche quella delle leggi: sono più o meno 200.000, dieci volte tanto quelle della Francia che ne ha già tante. Secondo l’Istat le associazioni no profit sono 301.191 con 4,7 milioni di volontari e circa un milione di lavoratori (il 70% interni, il 30% esterni). Da ieri s’è aggiunta anche l’Associazione dei Liberi Tartufai dell’alessandrino “ALT” che non è un’intimazione ma solo un acronimo. Cosa vogliono i tartufai? Un po’ di spazio perché ora sono confinati in piccoli terreni lasciati liberi dai consorzi e dai proprietari. Sono stati principalmente i cercatori novesi, tortonesi e ovadesi a protestare nel tentativo di togliere i sempre più numerosi divieti a causa dell’incontrollato aumento delle tartufaie, terreni vocati alla nascita dei tuberi di cui sono titolari, previo riconoscimento della Provincia sulla base della legge regionale 16 del 2008, privati o consorzi di cercatori. Dopo la proposta dello “sciopero del tesserino” col quale hanno minacciato di non rinnovare l’iscrizione provinciale ora, grazie alla costituenda associazione, sono decisi a difendere i loro diritti a tutti i livelli. In effetti in tutta la provincia sono più i terreni chiusi che quelli liberi, quando invece ci sarebbero percentuali ben precise da non superare per legge. A redigere l’atto è stato il notaio Gian Luigi Bailo che si è rimesso dall’aggressione da parte di un facinoroso subita di due mesi fa, un atto in cui si legge fra l’altro che i tartufai vogliono tutelare, incrementare e incentivare la libera ricerca e raccolta del tartufo, bianco in particolare. In tutta la provincia le tartufaie sono 32 per un’estensione di 583,5 ettari che costringono i cercatori a gimcane fra una e l’altra compromettendo seriamente la cerca. Presidente di A.L.T. è il novese Mario Bevilacqua e suo vice l’ovadese Massimo Cavanna. Segretario Francesco Favale, tesoriere Giorgio Crini, revisori Maria Ester Cerrina, Lorenzo Tornato, Claudio Olivieri. Gli altri fondatori sono consiglieri. La sede legale è a Gavi, ma si troveranno referenti territoriali in tutta la provincia. Sono già trecento le adesioni (costo 15 euro) ma si punta a quota 500 in breve tempo. Intanto non sembra rientrato lo sciopero del tesserino regionale da 140 euro, in scadenza a fine aprile.
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