Milano (Giusto Buroni) – Un amico ha commentato argutamente: è successo come per gli allarmi diffusi dai media a proposito del “millennium bug”. Infatti rispettabili tecnici ed economisti qualificati, nel 1999 hanno addirittura seguito corsi tenuti da “professori” per proteggersi dalle catastrofi amministrative e contabili profetizzate dai “media” di tutto il mondo attraverso i loro inqualificabili “esperti”. Non successe nulla, ma i professori del Millennium bug si godettero i lauti compensi ricevuti così a buon mercato. Allo stesso modo l’eclissi di sole (o di luna) è un fenomeno col quale la familiarità è millenaria e gli antichi sciamani di tutti i continenti (America, ancora da scoprire, compresa) ne sapevano prevedere la frequenza e l’intensità e, pur conoscendone l’assoluta innocuità, la usavano per spaventare e soggiogare la popolazione ignorante o per fare fuggire ignari eserciti nemici, vincendo battaglie anche in condizioni di inferiorità.
L’ECLISSI: UN FENOMENO PREVEDIBILE
Questo accadeva oltre 1000-2000 anni orsono, ma nei secoli più recenti anche i popoli più ingenui avevano imparato a non temere, ma anzi ad apprezzare il suggestivo fenomeno astronomico, che, confessiamolo, ha conservato una buona dose di terrore superstizioso, ma non più esagerato come una volta. Eppure l’eclissi del 20 marzo 2015 Dopo Cristo i media (leggasi “giornalisti sedicenti esperti” di astronomia, economia e, ovviamente, ambiente, che ormai è peggio del prezzemolo), ispirati dai propri consulenti scientifici, sono ricaduti nel buio dell’oscurantismo, e già mesi prima dell’eclissi diffondevano informazioni allarmanti, in stile evidentemente più “moderno” rispetto alla fine del primo millennio, ma proprio come successe nel 1999 per il “Millennium bug”.
LA BUFALA DEGLI IMPIANTI FOTOVOLTAICI
La cosa è tanto più ridicola e vergognosa quanto più si consideri che nella maggior parte del mondo l’eclissi era del tutto parziale (a Milano era meno del 70%) e quindi a malapena distinguibile, quando il cielo fosse già in parte coperto dalle nuvole, come appunto a Milano, dove però tutti giurano di avere assistito a uno spettacolo straordinario, adeguatamente fotografato con “tablet” e “selfie”. Ma l’attenzione di tutti (i “boccaloni”, come si diceva sotto la “naja”, che era istruttiva anche da questo punto di vista, ma ce l’hanno tolta), era stata attirata dai suddetti “media” perché il “fenomeno” avrebbe avuto, indovinate un po’?, sugli impianti fotovoltaici. E l’allarme venne dalla Germania, la più grande e reclamizzata detentrice di impianti fotovoltaici al mondo (che poi in gran parte non siano utilizzati, e possibilmente venduti all’estero, è un altro discorso).
TANTA APPRENSIONE PER UN FENOMENO TRASCURABILE
A questo punto desidererei che qualcuno mi spiegasse come mai l’abbassamento dell’illuminazione solare, prevedibile e breve come quello provocato dall’eclissi (parziale), abbia destato in tecnici ed economisti maggiore preoccupazione, per il suo effetto sugli impianti elettrici solari, di un forte annuvolamento (con pioggia) che spesso dura alcuni giorni. Addirittura, in Italia e in altri Paesi, “è stata sospesa la produzione di energia solare” che in teoria viene da una miriade di piccoli impianti privati (immagino i funzionari dell’energia elettrica che si recano porta a porta a chiedere ai proprietari di pannelli di “interrompere l’immissione di elettricità nella rete”), e mi piacerebbe sapere anche perché un fenomeno che non può durare più di due ore ha richiesto modifiche al servizio in Italia per ben 7 ore, con una spesa dichiarata di 9 milioni, ovviamente a carico del contribuente (articolo del Corriere della Sera del 21 marzo).
POPOLO BUE E IGNORANTE INFORMATO DA IGNORANTI
La disinformazione è evidentemente figlia dell’ignoranza, che porta molti giornalisti, anche sulle pagine di giornali importanti come il Corriere della Sera, anzitutto a scrivere mw (minuscolo) per indicare l’unità di misura di potenza (il Megawatt, ossia l’MW), e poi a ignorare che la potenza installata (per il 15% comprata) in Italia può arrivare, emergenze comprese, fino a circa 60.000 MW, e che, rispetto a 60.000, 300-400 MW (pressappoco la potenza fotovoltaica di picco, ossia una mezza centrale nucleare piccola, tipo EPR) corrisponde a molto meno dello 0,5%, cioè un’inezia, e che c’è un’eclissi del genere ogni quindicina d’anni, mentre per 365 giorni all’anno (o 366) c’è il passaggio dal giorno alla notte e viceversa, in cui sono coinvolte le stesse quantità di potenza citate e le stesse operazioni di smistamento dei flussi di corrente elettrica, da quella prodotta dal fotovoltaico a quella prodotta dal caro vecchio carbone (o gas o petrolio). La disinformazione scientifica nel nostro Paese e negli altri Paesi d’Europa (Germania in testa) è grave, oltre che sorprendente, diremmo addirittura incredibile.
CERVELLI ALL’AMMASSO
Un altro aspetto curioso, ma ufficiale e documentato dagli stessi media, della memorabile giornata segnata dall'”eclissino” di Sole, è che moltissime maestre elementari, che neanche capiscono ciò che vedono in TV, hanno “costretto” i bambini a non guardare fuori dalle finestre per la durata del fenomeno, dimenticando di raccomandare loro di non guardare il sole in condizioni normali, quando l’eclissi non c’è e quindi è più brillante (e più dannoso alla vista, anche degli adulti, ovviamente). Il cittadino “accorto” e leggermente “introdotto” nella materia si arrischia allora a chiedere conto al giornalista dell’origine di tali baggianate e si sente rispondere testualmente, senza che l'”informatore” si scomponga di fronte ai punzecchiamenti ironici che riceve: “non so che dirle, vada a leggere sul “sito” tal dei tali”, che per lui è vangelo (ed ecco che si conferma la causa del degrado culturale mondiale dei nostri tempi: il libero corso della follia su Internet). E sembra proprio che adesso all’esame di giornalismo si chieda solo se si sappia navigare su Internet e, al più, se si sappiano leggere le “agenzie”: tutto il resto, soprattutto il cervello del candidato “comunicatore”, non conta.
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