Alessandria – I 23 comuni dell’acquese contrari alla realizzazione della discarica di Sezzadio hanno dichiarato guerra alla presidente della provincia Rita Rossa per il semplice fatto che non ha confermato il parere negativo dell’ente di cui è oggi al vertice, ottenuto con delibera votata dalla giunta nel marzo di un anno fa. Con una lettera al calor bianco indirizzata a Rita Rossa (leggi sotto) e per conoscenza ai politici alessandrini a tutti i livelli, il sindaco di Acqui Enrico Bertero in rappresentanza dei Sindaci dei 23 comuni (Alice Bel Colle, Bistagno, Capriata d’Orba, Cartosio, Cassine, Castelnuovo Bormida, Castelspina, Cavatore, Cremolino, Gamalero, Grognardo, Melazzo, Molare, Montechiaro, Morsasco, Orsara Bormida, Ricaldone, Rivalta Bormida, Sezzadio, Spigno Monferrato, Strevi, Terzo e Visone) contesta la decisione del Tar Piemonte di concedere l’insediamento della discarica di Sezzadio e censura con forza la lettera che la presidente Rossa ha inviato il mese scorso agli avvocati di Roccoboni, la ditta interessata all’opera. “Riteniamo che la lettera che Lei ha scritto agli avvocati difensori della Ditta Riccoboni sia quanto mai inopportuna – scrive Bertero a Rita Rossa -, sia dal punto di vista politico (Lei rappresenta anche i nostri 23 Comuni e avrebbe potuto interpellarci prima di rispondere alla Riccoboni) che dal punto di vista amministrativo (se Lei, come dice, ha “esaminato con attenzione, con il supporto degli UfficiProvinciali interessati” l’iter procedurale della questione, avrebbe compreso la complessità del giudizio di non compatibilità ambientale espresso dai tecnici provinciali ed avrebbe sicuramente effettuato un approfondimento che noi Le avremmo volentieri offerto)”.
Come si ricorderà Rita Rossa aveva scritto una lettera agli avvocati di Riccoboni alla vigilia della senteza del Tar con la quale auspicava serenità di giudizio a proposito del ricorso al Tar di Riccoboni che vuole fare la discarica a Sezzadio. Successivamente il Tar stabiliva che Riccoboni ha ragione e che la discarica a Sezzadio la può fare con un impianto realizzato in località Cascina Boiro nonostante il percolo di inquinamento della falda acquifera sottostante. Quella lettera, scritta in quel frangente, è apparsa ai più come come un lasciapassare per Riccoboni. La stessa Provincia d Alessandria, quella vera, quella eletta dai cittadini, nel 2014 aveva approvato una delibera con la quale si negava l’autorizzazione a Riccoboni. Di qui il ricorso al Tar e la sentenza che è venuta fuori dopo la presentazione agli atti della lettera di Rita Rossa che, in pratica, contraddiceva la delibera della Giunta Provinciale del 2014. A proposito di quella lettara Bertero scrive a Rita Rossa: “Se il Suo è unicamente un parere espresso a titolo personale, non sarebbe dovuto essere formalizzato su carta intestata della Provincia; inoltre, Lei – scrive Bertero – ha risposto agli avvocati della Riccoboni, e non alla ditta stessa, avvocati che hanno prodotto la Sua lettera nel procedimento amministrativo avanti al TAR., nell’evidente tentativo di condizionare i giudici. Lei auspica che in sede di giustizia amministrativa avanti al TAR la Riccoboni possa trovare li la corretta risposta, in termini: di giustizia, utile al superamento delle difficoltà operative finora riscontrate”: se i cittadini del Comune di Sezzadio sono contrari alla discarica, se altri 23 Comuni si oppongono perché non è assolutamente possibile escludere un futuro inquinamento della falda acquifera”. In effetti non si capisce come mai Rita Riossa abbia sentito la necessità di scrivere quella lettera che smentisce la delibera di Giunta e favorisce Riccoboni per cui il Tar ha concesso la prosecuzione dei lavori. I 23 comuni dell’acquese non ci stanno e Bertero chiede a nome di tutti che siano prodotte le motivazioni in base alle quali la presidente Rossa “ha deciso di scrivere una lettera di buoni auspici ad avvocati che rappresentano una ditta in un procedimento giudiziario contro la Provincia stessa, e che nei suoi contenuti de1egittima la posizione di 24 Sindaci della Provincia che (…) rappresenta”.
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