Novi Ligure (AL) a.g. – Ieri è stata scoperta la stele in Piazza Pascoli in ricordo dei profughi istriani e degli Infoibati e, sul foglio della Fiat, si legge che un soldato italiano fu infoibato nel 1944 e poi fucilato l’anno dopo (a guerra finita). L’incauto cronista evidentemente non sa cosa scrive e attribuisce la notizia storica al nipote della vittima che, probabilmente ancorché incolpevolmente, ha riportato una versione dei fatti diversa dalla realtà che invece è, a rigor di logica e con ogni probabilità, quella per cui suo nonno, al ritorno dal fronte d’Albania nel gennaio del 1944, fu fatto prigioniero dai titini ed infoibato. Quando per infoibato si intende morto o disperso (leggere “foiba” su Wikipedia, please!). Ma anche se l’intervistato avesse dichiarato cose prive di senso, come quella che si legge, è dovere del cronista correggere, mentre non l’ha fatto perché evidentemente non conosce la storia e crede, forse, che le Foibe fossero semplici grotte dove i titini ammassavano i prigionieri in attesa di fucilarli. E c’è da chiedersi poi se, all’ombra della Mole Antonelliana, in redazione centrale qualcuno, prima di fare i titoli, non dia per caso un’occhiata agli articoli. Infatti si legge testualmente: “Donato (…) – spiega il nipote (…) – era un soldato contadino (soldato contadino? n.d.r.). La sua infoibazione è datata 14 gennaio 1944 secondo il foglio matricolare (sic!). Ipotizzo che quando scese dalla nave proveniente dal fronte greco albanese, fu trasferito a Trieste. Arrivò a Pola a guerra finita (quindi dopo il 25 aprile 1945, n.d.r.) e quando pensava di rincasare, fu catturato dai partigiani di Tito e fucilato con i suoi commilitoni”. Meno male che sul sito di Guala, prediletto dai suoi amici preti compreso il vescovo specializzato in selfie, ci fanno i pistolotti moralistici sull’attendibilità delle notizie pubblicate sui siti web e sui quotidiani on line. Forse sarebbe meglio che, invece, leggessero con più attenzione quante belinate si trovano su certi giornali cartacei. Eppure Marchionne, deus ex machina di Fiat, è figlio d’una profuga istriana e certe cose dovrebbe saperle.
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