Paragonare un’annata sportiva a un’altra è difficile, paragonare le doti di una squadra a un’altra d’altri tempi è inutile. Però se si parla di grandi formazioni e di grandi campionati è talmente bello provarci che è un delitto non farlo. Diciamo che sarebbe ideale affrontare certe discussioni a fine campionato perché il risultato finale ha un certo peso nelle valutazioni ma, dopo 26 turni di campionato e 4 partite già giocate dopo la chiusura della finestra di mercato di gennaio, un’idea ce la siamo fatta e con me tanti appassionati. Dico subito che questi Grigi edizione 2014/2015 mi ricordano da vicino la mitica Alessandria 1973/1974 (nella foto), allenata da Ballacci, che stravinse il campionato di C a tre gironi e un po’ quella di Manente del 1970/1071. La prima differenza che salta all’occhio fra la stagione ‘73/’74 e quella odierna riguarda la consistenza delle squadre che componevano il girone A: le favorite d’allora, per un motivo o per l’altro, non mantennero le premesse della vigilia e la nostra squadra, in virtù di una difesa d’acciaio e di un gioco d’attacco più imprevedibile che organizzato, sbaragliò la concorrenza vincendo il campionato con largo anticipo. In panca c’era il vecchio Dino, mister di consumata esperienza ma con idee di calcio un po’ antiquate, e anche allora ci fu un problema con la punta di diamante, il funambolico Musa, che però in autunno fu ceduto all’Arezzo. Molti dei giocatori di quella mitica squadra avevano trascorsi in Serie A, alcuni in serie B ed il grande Arrigo Dolso addirittura era stato titolare della Nazionale B (che non era la Nazionale della Serie B bensì il parcheggio per accedere alla Nazionale maggiore). I critici sportivi d’allora sospettavano che, vista l’età media della squadra piuttosto avanzata, i primi caldi portassero con sé il crollo fisico di quell’armata invincibile: naturalmente i tepori primaverili coincisero con la definitiva consacrazione di quel collettivo (e pensare che non era ancora comparsa all’orizzonte Penna Scadente). La formazione tipo: Pozzani, Maldera, Di Brino; Reja, Barbiero, Colombo; Manueli, Volpato, Baisi, Dalle Vedove, Dolso. Si giocava “a uomo” ma Maldera faceva sempre il marcatore della seconda punta, Di Brino la catena mancina dietro a Dolso, Colombo lo stopper, Barbiero il libero. In mezzo al campo la cerniera era formata da Reja e Volpato con Manueli tornante a destra e Dalle Vedove mezzala che partiva da dietro per andare a concludere in area (come avrebbe poi fatto Dino Baggio in tempi più recenti), con Baisi unica punta neanche troppo prolifica ma tatticamente incantevole. A chi conservava negli occhi l’altra mitica Alessandria del ‘70/’71 con Manente allenatore (finì seconda in classifica in C dietro ad una formidabile Reggiana dopo un appassionante testa a testa) la squadra di Ballacci sembrava la classifica formica paragonata alla cicala che invece era così composta: Ciceri, Fusi, Paparelli; Berta, Colombo, Magri; Mantellato, Di Pucchio, Sassaroli, Lorenzetti, Vanzini. Anche qui parliamo di una formazione eccezionale: pensate che il tornante (Vanzini) giocava a sinistra, Mantellato era un’ala destra d’attacco, Lorenzetti una mezza punta da sogno con Sassaroli centravanti, e da libero giocava un’ex mezzala (Magri). Ma parliamo di due stagioni in cui solo la prima classificata del girone saliva in B, ogni vittoria valeva due punti e non tre ed era ammesso il retropassaggio al portiere. Oggi abbiamo di fronte il Novara costruito per affrontare un campionato di serie superiore con un attaccante di Serie A, il Pavia che si è attrezzato senza economia partendo da zero (la soluzione più semplice, se è praticabile), il Bassano che ha alle spalle la Diesel di Rosso, Como, Feralpi e Sudtirol che hanno fatto cose egregie la passata stagione in categoria. Noi abbiamo invece in panca un esordiente in C come D’Angelo, un esperto navigatore come Magalini Direttore, e Di Masi Presidente giovane ed entusiasta. In 26 incontri ci ha messo sotto, sul piano del gioco, solo il Mantova ma abbiamo perso in casa della super favorita dominando la partita. Di contro abbiamo strappato i nostri punti faticando sempre, forse anche troppo, prevalendo sugli avversari spesso per un’incollatura. A gennaio è arrivato Morero a dare più sveltezza alla difesa, Iunco (non ancora al massimo come forma fisica) per sostituire nel ruolo Guazzo e Germinale pronto a dare una mano là davanti, mentre abbiamo perso per un po’ Taddei che in autunno ha risolto parecchi problemi con giocate di qualità e gol pesanti. Questa squadra è sempre difficile da attaccare per qualunque avversario e ha un rendimento esterno molto buono. D’ora in poi potrebbero cambiare le caratteristiche dei terreni di gioco, e la nostra fisicità, ideale per i campi allentati, potrebbe non essere necessariamente un’arma in più ma la nostra prestazione migliore in assoluto l’abbiamo offerta sul sintetico a Novara. Adesso più che mai abbiamo bisogno che tutti facciano la propria parte. Per vincere. Per questo gruppo di ragazzi, per il Presidente, per il calcio piemontese e, soprattutto, per questa città che non ride da anni. Grigi, vincete! Stavolta non ve lo chiede solo la Nord ma una città intera.
E, naturalmente, il vostro Cichinisio.
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