Alessandria (Louis Cyphre) – In città molti nostri pubblici amministratori, politici e non, sono stati “incompatibili”, nel senso che ricoprivano un doppio o triplo incarico in contrasto con la legge. Noi l’abbiamo scritto, abbiamo anche coinvolto la prefetta e finalmente abbiamo fatto piazza pulita, in quanto gli “incompatibili”, stufi di essere tirati in ballo da noi, si sono dimessi – o sono stati congedati – dagli incarichi che ricoprivano illegalmente. Grazie a voi, cari lettori, abbiamo fatto pressione ed abbiamo vinto prevalendo su una certa tradizione mandrogna per cui nessuno vede, nessuno sente, nessuno parla, esattamente come nella più profonda Sicilia mafiosa. E non per niente Alessandria è la più meridionale delle città del Nord, tra le ultime in classifica nella speciale graduatoria del Sole 24 Ore. Una città, la nostra, che può vantare ben poche benemerenze essendo stata per oltre un secolo la piazzaforte dei Savoia, dove risiedevano 15.000 militari e 3.000 puttane. E non è che prima fosse molto meglio essendo crocevia di piste di guerra per cui restavano a terra centinaia di cadaveri regolarmente rapinati dai mandrogni che toglievano loro perfino i denti d’oro. Quegli stessi mandrogni specializzati anche nel rubare i cavalli dei soldati in sosta, accampati per la notte nella nostra Fraschetta, che l’indomani mattina dovevano raggiungere a piedi il comando più vicino. Oggi, oltre alle belinate dette dai nostri politici che, il più delle volte, non sanno quello che dicono e parlano a vanvera raccontando balle puntualmente scoperte da noi di Alessandria Oggi, continua il valzer dei pubblici amministratori “incompatibili”, convinti che la gente non si accorga di niente o, peggio, che si accorga ma faccia finta di niente per trarne vantaggio. Ricordo solo brevemente l’elenco di quelli che abbiamo beccato con le dita nella marmellata, come Pietro Bianchi (Amag e, nello stesso anno, assessore alle finanze ancorché dimissionario), Oria Trifoglio (Asl e Giunta), Gian Franco Cermelli (presidente di Atm e contemporaneamente consigliere provinciale), Gianfranco Comaschi (contemporaneamente vice presidente, assessore della Provincia di Alessandria e segretario generale del Comune di Acqui Terme Provincia) Marco Neri (amministratore delegato di Alegas e contemporaneamente funzionario comunale) e Piercarlo Bocchio, presidente del Consorzio di Bacino Alessandrino dei Rifiuti Urbani e contemporaneamente direttore di Aral, l’azienda di smaltimento rifiuti a controllo pubblico (comuni consorziati). Tutti, in un modo o nell’altro, hanno sanato la loro posizione, ma ne è rimasto uno, sornione, col faccino da bravo ragazzo, che non ha fatto una piega. Si tratta di Filippo Zaio (nella foto), un tempo vicino alla Lega, poi alla lista Calvo, poi portatore di voti per Alleanza Nazionale, poi per Forza Italia. Ad un certo punto, visto che a destra non stava concluudendo niente, ha provato ad andare a sinistra candidandosi nella lista civica per Rita Rossa Sindaca. Non aveva preso molti voti ma era stato eletto consigliere Comunale. Con la nomina ad assessora di Marica Barrera era diventato capogruppo della lista per Rita Rossa. Si dice che finalmente si sia iscritto al Partito Democratico e, siccome la sindaca apprezza la fedeltà e la costanza anche nell’errore, lo ha premiato recentemente facendolo nominare presidente della Centrale del Latte di Alessandria e di Asti. Ma tale incarico è incompatibile con la carica di consigliere comunale di Alessandria. Infatti all’articolo 13, 2° e 3° comma, del D.Lgs 39 del 2013, si legge che un amministratore comunale (sindaco, assessore, consigliere) non può essere presidente o amministratore delegato di ente di diritto privato in controllo pubblico comunale con sede nel territorio nel quale è posto il Comune interessato, e la Centrale del Latte è proprio quella roba lì. Evidentemente a Rita Rossa le regole non interessano; ma il segretario comunale, il direttore della Centrale del Latte, i soci privati non dicono nulla? Signora prefetta Tafuri, faccia qualcosa.
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