L’informazione dei media italiani sembra affetta da schizofrenia bipolare. Un giorno dice una cosa ed il giorno dopo l’opposto. Inoltre, con obbedienza gesuitica, anche i grandi giornali sono soliti riportare le veline americane senza minimamente preoccuparsi di verificarne almeno la veridicità. Un tempo capitava la stessa cosa, ma allora vi erano più giornali, con diverse tendenze e non tutti al servizio del potere di oltreoceano. Il che permetteva una certa dialettica nelle informazioni pubblicate. Oggi abbiamo, anche per il ridursi delle testate, un’omologazione dell’informazione, come mai avvenuto nella storia del nostro Paese, se non ai tempi del “partito unico”. Ne è prova il Corriere della Sera, massimo ed autorevole quotidiano italiano. È circa un ventennio che, per un paio di volte all’anno, pubblica il seguente articolo: titolo “Fidel Castro è morto”. Segue poi il testo in cui si spiega che il tutto è avvenuto per i motivi più abbietti possibili. È stato ucciso dal fratello Raul per invidia; l’ha ucciso un collaboratore di cui aveva sedotto la figlia (naturalmente minorenne); ha avuto un incidente mentre guidava ubriaco. E avanti così, delirando. Incuriosito da questo comportamento, chiesi tempo fa ad un capo redattore del Corriere, persona intelligente e civile, perché pubblicasse articoli così idioti, che anche una scimmia si sarebbe accorta che erano falsi. La risposta fu la seguente: “Ad ispirarli sono gli stessi che in Vietnam hanno inventato, addestrato ed armato Cao Ki e poi per toglierlo di mezzo hanno dovuto ucciderlo”. La stessa identica cosa hanno fatto in Afganistan con Bin Laden ed ora la stanno rifacendo per la terza volta con l’ISIS. Anche in Ucraina si ha l’impressione che sia capitata una vicenda analoga. Fino a ieri gli obbedienti giornali italiani hanno pubblicato diligentemente la storiella dei bravi e civili ucraini invasi dai cattivi e feroci russi. Questa volta non più comunisti, ma a quanto pare, malvagi per motivi etnici. Poi, di colpo, dalla seconda metà di febbraio, si è assistito ad un magico capovolgimento. I cattivi non sono più i russi, diventati improvvisamente degli angioletti, bensì gli ucraini che oltre tutto non sono nemmeno più ucraini. Si scopre così che quelle che fino a ieri erano i combattenti della libertà, in difesa della civiltà dell’Occidente contro la barbarie, sono in realtà mercenari raccattati tra il peggio dell’intera Europa e mandati a combattere a pagamento. E, oltretutto, non sono nemmeno dei bravi soldati visto che sono scappati come lepri lasciando in mano russa notevoli parti di territorio. Il motivo dell’utilizzo dei mercenari, che ci riporta ai tempi di Carlo V e dei Lanzichenecchi, è molto semplice. Degli ucraini non si fida nessuno poichè, essendo in gran parte di lingua e tradizione russe, non hanno nessuna intenzione di finire sotto il governo della parte polacca, agricola e molto più arretrata economicamente e culturalmente delle aree industriali tradizionalmente abitate da russi. Abbiamo parlato di informazione sulla carta stampata, ma anche quella televisiva non è certo migliore ed in pratica manifesta esattamente gli stessi limiti. E a pagarne le conseguenze è l’intera Italia. Avere un’informazione corretta non è nè di destra nè di sinistra, ma risponde all’esigenza irrinunciabile di qualsiasi paese civile avanzato. Non sarebbe male se, in modo unitario, tutte le forze politiche del paese facessero qualche passo in questa direzione.
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