Alessandria (Henry Jekill) – Sul solito sito di regime la solita “Vispa Teresa”, ripetendo il mantra sgangherato della sindaca Rita Rossa, continua a scriverne di cotte e di crude. Stavolta ci tocca leggere l’ennesima “bufala Rossa” a proposito del povero Emanuele Locci, diligente e silenzioso consigliere di Fratelli d’Italia nonché Presidente della Commissione Controllo di Gestione del Comune di Alessandria che ha puntato il dito sullo scandalo dello “Stipendifico Amag”. Secondo l’illeggibile (non si capisce niente, se quello che leggi è pubblicità o un articolo) sito di don Guala nonché vicino al vescovo, la sindaca sbraita: “Non prendo lezioni da chi ha avvallato in passato cose inaudite, come 360.000 euro di stipendio e altri 60.000 di rimborsi spese all’ex presidente Repetto”. E invece la nostra sindaca-presidente di lezioni farebbe meglio a prenderne per evitare di dire sempre delle castronerie. Intanto, a proposito di Repetto, non dice (perché non lo sa o perché non lo vuol dire?) che aveva più incarichi e, per la precisione era: presidente di Amag, amministratore delegato di Alegas e di Ream, nonché direttore generale di Amag. Prima di lui c’era un presidente Amag, 21 consiglieri del Cda (che Repetto ha ridotto a cinque), un direttore generale e tre dirigenti. A conti fatti, Repetto con quella cifra (di cui parte legata al risultato, quindi erano provvigioni a costo zero) faceva risparmiare un sacco di soldi all’azienda. A questo proposito Locci ha diramato una nota in cui si legge: “Il Sindaco non risponde mai nel merito ed in questo caso ho posto l’attenzione, nell’ambito del lavoro svolto nel mio nuovo ruolo di Presidente della Commissione Controllo di Gestione del Comune di Alessandria, sull’illegittima triplicazione delle retribuzioni ai ruoli apicali del management di AMAG in quanto in contrasto con la Legge 114/2014”. Secondo il diligente Locci la sindaca Rossa, come al solito, preferisce distrarre i cittadini disinformandoli. Questa volta lo fa su ciò che Emanuele Locci, da consigliere comunale, abbia potuto in qualche modo decidere sulla gestione di AMAG negli anni passati. Secondo il presidente della commissione di controllo la sindaca alessandrina “o è in malafede o è ignorante, nel senso che ignora che un’azienda pubblica è gestita da un consiglio di amministrazione di nomina del Sindaco, in passato Piercarlo Fabbio ed oggi Rita Rossa, e che è il Sindaco di Alessandria col suo voto determinante a decidere in assemblea dei soci in merito agli emolumenti degli amministratori dell’azienda”. Chi scrive inizia ad essere un po’ stanco delle sparate propagandistiche della sindaca, tendenti il più delle volte a nascondere la verità. Come quando, a pochi giorni dall’elezione – siamo nel giugno 2012 – Rita Rossa faceva il tifo per il dissesto, astenendosi dal ricorrere al Tar come fa tutto il mondo, senza sapere nemmeno cosa stava facendo. Infatti se è vero come è vero che lei e la sua giunta di fenomeni per mettere in piedi un bilancio accettabile del 2012 ci hanno messo due anni, come facevano ad avere chiara la situazione contabile due anni prima quando non hanno mosso un dito per evitare il dissesto? Non potevano prendere tempo con la Corte dei Conti che non aspettava altro e intanto applicare le istruzioni per l’uso che avevano redatto Victor Ukmar e Borgonovi? Rimedio caldeggiato dalla stessa Corte dei Conti per chiudere la spinosa pratica alessandrina. Niente, han preferito distruggere Alessandria. Cathago delenda!
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