Alessandria – Dal 2015 tutti i proprietari di terreni saranno soggetti all’IMU agricola ma i sindaci di alcuni terreni montani insorgono in quanto per l’Istat i loro comuni non sono neppure “parzialmente” montani pur trovandosi in posizione collinare, per cui diventano soggetti al pagamento della tassa che, fino al 2013, esentava i territori inseriti in una specifica fascia altimetrica. Ancora una volta Renzi promette sgravi ma poi, anziché dare una mano all’agricoltura, carica di un’ulteriore imposta un settore trainante per l’economia, quello dei terreni agricoli montani. Il Decreto legge n. 66/2014 (articolo 22, comma 2) infatti fissa nuovi criteri di riferimento, per cui, per esempio, i terreni agricoli collinari del nostro Monferrato o della Val Lemme non potranno in gran parte beneficiare di sgravi fiscali. Secondo il senatore Federico Fornaro (Pd) relatore della conversione in legge del decreto legge sull’Imu agricola, se da una parte il Governo ha risposto positivamente alle sollecitazioni parlamentari e alle critiche sui criteri per il pagamento dell’IMU agricola, introducendo come noto la classificazione ISTAT (comuni montani, parzialmente montanti e non montani) per l’esenzione totale o parziale dall’imposta “per il 2015 occorre sia riservata analoga attenzione ai comuni della cosiddetta collina svantaggiata (ricompresi con i montani nell’elenco del 1977), che erano già stati dichiarati esenti sia dall’ICI prima e dall’IMU poi e che oggi, invece, si ritrovano ingiustamente equiparati ai terreni di pianura”. Il senatore alessandrino rimarca il fatto che si tratti di un’agricoltura povera, che va difesa è sostenuta e non, invece, penalizzata con un’imposta che rischia di alimentare il fenomeno già fortemente diffuso dell’abbandono e dei terreni incolti. “È stato segnalato al Governo – ha detto oggi Fornaro nella sua relazione alla Commissione Finanze – un problema riguardante le stime di gettito del MEF, cui ha già fatto seguito il taglio dei trasferimenti ai comuni interessati, che necessita di prevedere entro giugno 2015 una verifica dei dati reali di incasso, con eventuali rimborsi dello stato ai comuni”.
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