dal Mocca di Alessandria – Dopo la vertigine da primato arriva la sconfitta al Martelli. Prima i peana ingiustificati ed ingiustificabili per i nostri campioncini, tre giorni fa buoni per la Champions, mentre oggi non andrebbero bene neppure per una dignitosa salvezza. Siamo arrivati al punto che, sentito Magalini dire che i nostri giocatori a Mantova non hanno meritato la sufficienza, “Quattro Salti in Pagella” ha stilato le pagelle elargendo insufficienze a piene mani. Va bene che il raglio dell’asino non sale in cielo, nel senso che le valutazioni di “Quattro Salti in Pegella” – alias “Grande Capo Penna Cadente”, alias “Penna Scademte”, alias “Pena Scadente” e chi più ne ha più ne metta – ormai non vanno oltre la Ventolina e i Tacconotti, ma se fossi un giocatore dei Grigi che mantiene sé e la propria famiglia grazie al calcio, chiederei un po’ più di rispetto e professionalità da parte di certi sedicenti giornalisti – tifosi. Per cui se era ridicolo il 10 in pagella dato dal Grande Capo a Marconi un mesetto fa, ritengo altrettanto iniqua l’insufficienza al centravanti per la prova di Mantova. Ma quel che dice il DS per alcuni scribacchini è legge, visto che tre anni di contratto sono lunghi e Magalini non è certo “Tintoretto” Menegatti il quale, senza l’appoggio del Cerchietto Magico, in riva al Tanaro sarebbe durato meno che a Forlì. Al di là di queste miserie bisogna però sottolineare che le fibrillazioni di certa piazza a variabilità settimanale non fanno bene a nessuno, tranne a chi deve vendere panzane imbrattando fogli di giornale. Meno male che alcuni autentici scienziati che si annidano tra i tifosi hanno subito capito il punto debole dei Nostri contro i ragazzi di Juric: ci voleva Obodo play al posto di Vitofrancesco! Purtroppo il Mantova, e lo si era visto già all’andata, si sistema in campo col 3-4-3 e pressa alto l’avversario. Forse D’Angelo poteva per l’occasione rinnegare il 3-5-2 e mettersi a 4 dietro. Ma sapete cosa gli si sarebbe stato rimproverato nel caso (probabile) in cui si fosse perso lo stesso? Che non si cambia modulo davanti ad un avversario tecnicamente inferiore; che non siamo noi a doverci preoccupare degli altri semmai il contrario; che chi è capolista deve “imporre il proprio gioco“; ed altre minchiate buone per tutte le stagioni da raccontare al bar. E se in certi bar queste frasi fatte fanno presa, in altri bar invece, dove di calcio si parla a ragion veduta, o ti lasciano parlare da solo, o si cambia discorso. In realtà a Mantova dopo meno di un quarto d’ora eri sotto di due gol, maldestro tu quanto bravi loro, e il pressing alto e ben organizzato dei virgiliani ha consentito loro di chiudere ogni spazio e qualunque corridoio possibile. Stavolta poi i calci franchi e le azioni scaturite su palla ferma (nostra peculiarità) non hanno fatto la differenza a nostro favore e mi dispiace che spesso in passato si sia confuso il bel gioco con le belle giocate, cose che non sempre sono destinate a viaggiare di pari passo. Al punto che domenica scorsa il Mantova ha realizzato nel primo tempo un rapporto fra occasioni create e gol segnati praticamente uguale a quello che l’Alessandria ha ottenuto da ottobre in poi. Stavolta, anziché essere il beneficiato, sei stato vittima del pragmatismo che, non dimentichiamolo, ti ha portato in vetta alla classifica alla fine del girone d’andata. L’importante, al di là di scivoloni a volte inevitabili, è che si continui a puntare sull’applicazione negli allenamenti, l’unità d’intenti e la crescita complessiva del collettivo. Il tutto coniugato alle operazioni di mercato che prevedono l’arrivo di Mazzeo, dopo una ridda di incomprensioni e fraintendimenti, di un difensore destro e la partenza di Guazzo (Lecce? ), di Scotto (Aversa Normanna ? In questo caso andrebbe sostituito ). Poi c’è la situazione di Cavalli che va presa in esame nell’interesse di tutte le parti in causa e al quale, ritengo, spetti l’ultima parola. Una cosa è certa: la fascia di capitano, in questi ultimi anni in terra mandrogna, non mi pare porti bene a chi la indossa.
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