Dal Mocca di Alessandria – A chi ha la memoria corta oppure è in malafede vorrei ricordare cosa scrivevo tre mesi fa: non possiamo chiedere ad un mister di saper allenare gli episodi o gli arbitri. Così la penso ancora, e mi piace sempre analizzare le prestazioni della squadra e non commentare partendo dal risultato finale di una partita, risultato che può essere condizionato da fattori totalmente indipendenti dalla qualità del lavoro settimanale svolto sul campo di allenamento. E dopo la vittoria colta al Brianteo dai Grigi ne sono sempre più convinto. Certo, tornare da Monza con tre punti strappati ad una big del girone che ha giocato una partita intensa e di qualità, è un’intima soddisfazione, ma il dato tecnico ci dice che il pareggio sarebbe stato il risultato giusto. Evidentemente stanno pagando il lavoro e le scelte (o, se preferite, le non scelte ) del nostro mister con travasi di bile da parte dei soloni di casa nostra i quali prima si lamentavano che non cambiava soluzioni tattiche e giocatori, poi che cambiava troppo. Adesso qualcuno ritiene il DS Magalini personaggio poco incline “a far gruppo“, una specie di volpe nel pollaio che costringe la truppa a rigare diritto. Insomma, per qualche sapientone della pelota, non sarebbe necessario un direttore bensì un cabarettista pronto all’indulgenza e con la battuta pronta, giusto per tenere alto il morale della truppa. A dire il vero ce l’avevamo per le mani un tipo siffatto ma adesso è a far danni vicino a casa e non mi capacito che qualcuno lo rimpianga, a parte, naturalmente, il Grande Capo Penna Suadente (dopo il dieci in pagella a Marconi si è meritato un nuovo soprannome consono alle sue doti migliori) che godeva di trattamenti privilegiati da parte di costui riguardo a notizie e pettegolezzi. Intanto a Monza, vicino alla squadra in trasferta, ho visto molti alessandrini che non vedevo da anni insieme ad altri che cominciano ad avvicinarsi. Così ci si rende conto che di tifosi filosofi, o di quelli che “se non ci sono io l’arbitro non fischia l’inizio“, si può fare a meno anche perché i cori in campo arrivano lo stesso. Questi nuovi tifosi, insieme a quelli che alla partita ci sono spesso, non si pongono il problema della “coerenza“ come invece fanno certi ideologi di casa nostra, e si sono muniti della famigerata “tessera del tifoso“, perché, se vuoi essere vicino alla squadra, quel documento, benché cervellotico, è obbligatorio. Della serie: se Valentino Rossi vuol farsi due curve sulla Cisa deve avere la patente. Ora mi chiedo cosa si inventeranno i detrattori di D’Angelo rispetto alle quattro vittorie consecutive. Provo a immaginare: ”il merito va tutto alle giocate di Taddei”, “con un Marconi così fare il mister è facile”, “ultimamente non abbiamo incrociato grandi squadre”, “i Grigi non giocano un calcio abbastanza spettacolare”, “gli errori altrui ci hanno consentito l’exploit”, “ con i giocatori a disposizione potrebbe fare di più” e via dicendo. Ma la filosofia di fondo è sempre la stessa: se le cose non funzionano è colpa dell’allenatore, se funzionano il merito è di qualcun altro. E, a forza di non riconoscere la professionalità di certi personaggi che arrivano a lavorare qui da noi, ce ne facciamo andar bene altri molto bravi solamente a vendere se stessi e millantare meriti e qualità, vantando professionalità che solo noi siamo stati disponibili a riconoscere. Domenica arriva un avversario di rango, quel Feralpi Salò che la stagione passata era stata la rivelazione in C1 e che continua a far bene. Si giocherà di domenica come vogliono i puristi in un orario lontano dai pasti. Arriviamo da una serie di vittorie da record, e squadra e società meritano l’attenzione e l’entusiasmo di un pubblico numeroso ed entusiasta al Mocca. Scuse, alibi, giustificazioni e balle varie stanno a zero: o domenica siamo almeno in 4.000 oppure vuol dire che questa piazza chiede ma non è disposta a dare. Quindi non stiamo più discutere su chi c’è ma concentriamoci su chi non c’è.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.