Milano (Federico Fossati) – Delle 25 banche europee che hanno evidenziato criticità, nove sono italiane, con un fabbisogno complessivo di capitale a fine 2013 di 9,3 miliardi di euro. Di queste, due sono le banche della nostra zona: la Banca Popolare di Milano, ex Cassa di Risparmio di Alessandria, la ex numero uno qui da noi e Carige, la banca genovese. La banca alessandrina e milanese ha evidenziato carenze a bilancio per 170 milioni di euro che, secondo la Banca d’Italia, sono stati colmati con diverse operazioni. Non dice quali e quante, in che periodo e a quali costi, un po’ poco per tranquillizzare i mercati. Certo, non sono i 2,1 miliardi di carenza di capitale accertata di Mps che è la vera sconfitta degli esami condotti su 132 banche europee da Autorità Bancaria Europea e Bce, anche se c’è da dire che Mps è quattro volte tanto la Bpm. Anche Carige, per restare nella nostra area di riferimento, incassa una bocciatura, con un fabbisogno da coprire di ben 814 milioni. Secondo gli stress test che sono una simulazione in cui si ipotizza che una grave crisi economica abbia ripercussioni sui prezzi delle case, sul valore dei titoli di Stato, sulla Borsa e sui livelli di disoccupazione (e quindi sulla capacità, ad esempio, di pagare le rate di un mutuo), delineando uno scenario fortemente recessivo che evidenzia l’effetto sui bilanci delle banche, Bpm ha dimostrato carenze di capitale superate solo con alcune operazioni societarie, un po’ come fanno le aziende senza soldi costrette a vendere nuove quote a nuovi soci che coi loro conferimenti risolvono temporaneamente la crisi di liquidità. Per Carige, che è messa peggio di Bpm, serviranno sforzi supplementari da completare entro nove mesi.
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