Torino – Per Rimborsopoli, insieme all’ex presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, sono finiti sul banco degli imputati i dieci “ripescati” dal Gup Roberto Ruscello che ha respinto la loro richiesta di archiviazione, e 24 imputati fra i quali gli alessandrini Riccardo Molinari della Lega Nord e Michele Formagnana (ex Lega, poi Pdl, poi Fi), l’assicuratore di Valenza, ma con attività ad Alessandria, che da qualche anno è uno dei protagonisti della politica alessandrina in particolare, e piemontese più in generale. Fra i due da un po’ di tempo non corre buon sangue, da quando cioè Formagnana ha fregato il posto in Regione al primo. Infatti nel gennaio del 2012 Riccardo Molinari era stato dichiarato ineleggibile, si dice per una segnalazione fatta da un avvocato di Cuneo amico di Formagnana, alla carica di consigliere regionale del Piemonte in quanto Molinari, al momento dell’elezione, era membro del consiglio di amministrazione di Edisu, l’Ente Regionale per il Diritto allo Studio Universitario del Piemonte, per cui scattava l’incompatibilità. Molinari avrebbe dovuto optare, in caso di elezione in Consiglio Regionale, fra le due cariche, ma non l’ha fatto. Ad approfittare della situazione è stato proprio Michele Formagnana, primo dei non eletti della lista Lega Nord – Pdl, presidente dimissionario di AMV Srl, l’azienda dei rifiuti di Valenza, ma ancora saldamente attaccato alla poltrona di presidente di AMV Spa, l’azienda di Valenza del gas e dell’acqua, che era stato espulso sei mesi prima dalla Lega. Le dimissioni di Formagnana avevano fatto discutere perché la AMV Srl era creditrice del Comune per un importo di circa tre milioni e non si capisce come mai il creditore abbia sentito il bisogno di dimettersi. Infatti di solito accade il contrario ed è il creditore che non molla e non rinuncia al suo credito. Inoltre il Cda scadeva a marzo, cioè nell’arco di due mesi, tempo sufficiente per esigere i crediti nelle modalità stabilite per legge. La cosa non convinceva nessuno e, forse, la chiave di lettura di questa scelta potrebbe trovarsi nei risvolti della politica per cui l’aitante assicuratore, puntando alla Regione, avrebbe “graziato” il Comune di Valenza in mano al Pdl andandosene senza chiedere niente. “Merce di scambio” sarebbe stato il povero Molinari fatto fuori senza tanti complimenti. E così Formagnana, che è un tipo sveglio, non si è fatta scappare l’opportunità di piazzarsi a Torino al posto del Riccardo leghista, anche per prendersi una bella rivincita nei confronti del segretario provinciale della Lega che lo aveva espulso. Così, via Molinari, è diventato consigliere regionale, prima del gruppo misto, ma poco dopo nel Pdl e in Forza Italia per cui finiva di essere addirittura capogruppo. Ma nell’ottobre del 2013 era nel registro degli indagati per Rimborsopoli e, ironia della sorte, si trovava in compagnia proprio di Riccardo Molinari, oltre che degli alessandrini Cristiano Bussola, Marco Botta e Rocchino Muliere, il quale ne è uscito fuori pulito proprio ieri. Nei loro confronti le accuse sono comunque di peculato, finanziamento illecito dei partiti e truffa relativi al periodo maggio 2010 – settembre 2012. A Formagnana sono contestati 100.000 euro di spese. Ma la sua – diciamo così – esuberanza politica, arrivava al culmine questa primavera quando, senza essere stato candidato dal Pdl-Fi, faceva affiggere manifesti giganteschi in tutta la provincia, col suo bel faccione sopra ed il simbolo del partito del Berlusca sotto, spacciandosi come candidato alla Regione. Così non era in verità, tant’è che il coordinatore Pichetto gli chiedeva di togliere il disturbo in quanto il candidato era il sindaco uscente di Tortona Massimo Berutti che poi sarebbe stato eletto. Una bella figura di merda per il piroettante Formagnana che ora è finalmente atterrato a Palazzo di Giustizia e deve vedersela coi giudici. Il bello è che ha ammesso candidamente di aver speso tutti quei soldi per biglietti gratta e vinci, piante, fiori, un frullatore, una bombola gpl, ma di essersi sbagliato nell’infilare quegli scontrini insieme a quelli detraibili. Che ce vo’? Nell’inchiesta “Rimborsopoli” sulle spese controverse e rimborsate dei consiglieri regionali, c’è una spiegazione per tutto, anche se a chi fa fatica ad arrivare alla fine del mese non va giù che gente che porta a casa uno stipendio dieci volte superiore al suo si faccia rimborsare dalla Regione, cioè proprio dai cittadini che non arrivano alla fine del mese ma pagano le tasse, anche i lecca lecca. Ci sarebbe veramente da ridere – se la cosa non gridasse vendetta – a leggere i rimborsi spese in cui finiva di tutto: dai consumi al bar, alle cioccolaterie, alle gelaterie, al ristorante; ma anche le spese per il solarium, la pipa, il corso di golf, gli oggetti di porcellana, la casa, i fiori. Per fortuna a Torino non siamo ancora al livello infimo di Roma dove alcuni deputati si fanno rimborsare perfino i numerosi e ricorrenti massaggi prostatici, evidentemente fatti non per scopi terapeutici. Ma rimborsati da noi. Intanto ieri si è chiusa l’udienza preliminare dell’indagine sulle spese pazze dei consiglieri regionali del Piemonte che annovera già quattro condanne, e vede Michele Formagnana e Riccardo Molinari ancora una volta insieme condannati a vivere lo stesso destino, finiti alla sbarra con altri 22 imputati.
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