Alessandria – È stato presentato stamane nella sede della Camera di Commercio il progetto “Alessandria Village“, iniziativa pensata, sviluppata ed organizzata da ASCOM con Alessandria Calcio. Lo slogan scelto, “Il gusto del calcio che unisce”, è la sintesi d’un ambizioso percorso che la più importante associazione dei commercianti alessandrini e la società calcistica di riferimento hanno voluto intraprendere assieme, dimostrando entrambe di voler investire sulle capacità e sulla volontà di riscatto della nostra gente. Non a caso parliamo di una realtà, quella sportiva, che con Di Masi alla guida ha dimostrato di fare le cose per bene in un ambito dove abbiamo visto spesso vivere alla giornata, e di un’altra realtà, quella associativa, che, grazie al binomio formato dal Presidente Boano e il nuovo Direttore Alice Pedrazzi, mira a sparigliare in un mondo, quello del commercio, dove, fino a poco tempo addietro, si viveva sugli allori di una locomotiva che sembrava non doversi fermare mai. Il progetto è stato articolato in due parti: Alessandria Village, che sarà un’iniziativa itinerante che porterà le eccellenze enogastronomiche alessandrine in città diverse in occasione delle trasferte che i Grigi affronteranno per incontrare le squadre di casa. L’Ascom per l’occasione allestirà nei vari centri cittadini in collaborazione con le Ascom locali, gazebo che daranno la possibilità di poter apprezzare le nostre eccellenze. Le tappe saranno quattro (Cremona, Bergamo, Bolzano e Salò) e per l’occasione sarà possibile anche acquistare i prodotti in degustazione. Poi arriviamo a “Vivi Alessandria”, dove la collaborazione fra ASCOM ed Alessandria Calcio ha previsto la realizzazione di pacchetti turistici messi a disposizione dei tifosi delle squadre avversarie. Saranno proposte infatti quattro diverse tipologie di “pacchetto“ che abbineranno alla partita anche il soggiorno, il pranzo e diverse attività culturali, sportive e sociali in collaborazione con l’Agenzia viaggi Gallusi. In un momento di grandi cambiamenti deve mutare anche il modo per proporre i nostri prodotti d’eccellenza o di immaginare il calcio uguale a quello di qualche anno fa, con buona pace della retroguardia dei garanti di vecchi equilibri, equilibri ormai superati dalle cose. Ecco perché un’iniziativa come questa sprigiona energie e una fantasia tutte nuove, volte a superare i riti ormai polverosi della partita, vincolati al tifoso duro e puro per arrivare a coinvolgere i nuclei familiari allo stadio e garantire così una continuità generazionale di fedeltà a brand storici come la squadra di calcio della nostra città. È cominciata da poco una piccola rivoluzione culturale destinata a cambiare la composizione del pubblico negli stadi e, se certe frange con i loro epigoni pensano agli stadi come arene senza legge, diventeranno residuali e sostanzialmente anacronistici. Così come è sembrato anacronistico e paludato il saluto portato in sala stamattina dal vicesindaco Cattaneo (nella foto) il quale con “orgoglio” ci ha informato che Alessandria è portata ad esempio in tutta l’Italia come modello per uscire dalla crisi. E se Alessandria, amministrata com’è amministrata è un esempio per il Paese si capisce perché, in Italia, grazie a certi modelli, siamo ridotti così. In realtà lo Stato dovrebbe ringraziare ogni cittadino mandrogno per essersi fatto carico del default creato e voluto dagli amministratori che negli ultimi vent’anni hanno gestito questa città. Perchè ogni concittadino ha visto la qualità dei servizi precipitare e gli importi di tasse e bollette schizzare in alto. In verità ero convinto che Cattaneo fosse venuto ad una conferenza (dove tra l’altro due entità mandrogne spiegano come vogliono investire anche per la collettività) per annunciare, ad esempio, relativamente alla proposta, vecchia di un anno, dell’Alessandria Calcio volta ad allungare la convenzione per la concessione del Mocca (proposta che non costa nulla all’Amministrazione e consente a Di Masi di fare lavori migliorativi alla struttura), che l’iter di accoglimento delle istanze dell’Alessandria Calcio è al traguardo. Macché, di quello che gli amministratori pubblici dovrebbero preoccuparsi non se ne occupano per spiegare invece che, tutti insieme, forse usciremo dal tunnel della crisi. Ma a questo punto non era meglio un commissario prefettizio che, tra l’altro, avrebbe magari imposto agli uffici competenti di evadere le pratiche almeno in tempi biblici senza cadere nelle ere geologiche? E avendo grande rispetto delle Istituzioni stamattina mi sono chiesto se pure le Istituzioni hanno rispetto per i loro cittadini e non li considerino invece facili prede per avere consenso. Della serie “ca’ nisciuno è fesso” e se proprio dobbiamo sentircela raccontare abbiate la compiacenza di mandarci il titolare e non la panchina.
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