Alessandria – Il dato fa venire i brividi: sono più di mille all’anno le persone residenti nella nostra provincia vittime dell’usura bancaria. Il fenomeno è in forte crescita se è vero che solo la Globoconsumatori di Mario Gatto, l’associazione di difesa del consumatore con sede nazionale proprio ad Alessandria, denuncia una media di 150 pratiche mensili. La situazione è esplosiva e molte banche dimostrano ancora una volta di non “essere” sul territorio, insensibili alla crisi sempre più forte con la gente ormai stremata. Le banche, un tempo neppure troppo remoto, vicine ai correntisti che erano anche piccole e medie imprese, oggi si sono arroccate e non danno tregua a chi potrebbe essere aiutato e invece piomba nel limbo di coloro che non esistono, che sono solo dei numeri di conto corrente, e sui quali si fanno conteggi freddi e a volte spietati. Sono i tassi di interesse a uccidere, in una selva oscura in cui non si distinguono più i tassi veri da quelli pompati. Non tutti valgono allo stesso modo, c’è tasso e tasso. Una questione molto controversa che una recente sentenza della Cassazione favorevole al consumatore non è bastata a dirimere, anzi. E così più la crisi avanza, più soldi escono dalle tasche della gente e più aumentano i ricorsi in Tribunale contro gli istituti di credito che avrebbero invece dovuto ridare ossigeno all’economia grazie ai prestiti a buon mercato a suo tempo concessi dalla Banca Centrale Europea. Nel gennaio dello scorso anno la Cassazione aveva sostenuto che anche i tassi di mora devono essere computati all’interno degli interessi che concorrono a misurare la soglia di usura. Con il conseguente annullamento di quanto il ricorrente aveva pagato in più. Ma la Banca d’Italia ha precisato che gli interessi di mora non rientrano nei calcoli ordinari col risultato che mentre i casi concreti di sforamento delle soglie si moltiplicano per famiglie e imprese, le banche continuano a fare margini sfruttando anche i lunghi tempi della magistratura e l’effetto positivo dei bassi tassi della Bce sull’economia non si vede. Ma Gatto chiarisce che “il meccanismo di conteggio delle soglie anti usura definite da Bankitalia è tarato per garantire agli istituti di credito e non i correntisti mentre sono concessi ampi margini di profitto anche in situazioni di tassi d’interesse ufficiali molto bassi. Inoltre – secondo il presidente di Globoconsumatori – le circolari della nostra banca centrale danno carta bianca alle banche”. A suo tempo la Corte di Cassazione aveva tirato le orecchie alla Banca d’Italia con una sentenza del 2011 (n. 46669) dove si legge che le disposizioni in materia di usura e nello specifico il conteggio della commissione di massimo scoperto, devono essere applicate indipendentemente da quanto diversamente disposto da Banca d’Italia. Significa anche che le banche non possono farsi scudo delle circolari di via Nazionale per giustificare pratiche in contrasto con le disposizioni normative. E lo sa bene Globoconsumatori che si è specializzata proprio in usura e anatocismo bancari. Al di là della cerchia alessandrina, sono molte le Procure che accolgono i suoi esposti-querela e in una recentissima sentenza della Procura di Trani sono stati rinviati a giudizio gli amministratori di Unicredit, BNL, Monte dei Paschi e Banca Popolare di Bari. Nella nostra provincia qualcosa si sta muovendo e in certi casi è stata ottenuta la sospensione dei termini in attesa degli sviluppi dei vari esposti. Il tutto si basa su calcoli econometrici formulati dai periti che collaborano con Globoconsumatori oltre ai vari CTU di molti tribunali sparsi sul territorio nazionale.
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