dal Mocca di Alessandria – Dopo l’ultima puntata di questa rubrica l’Alessandria ha giocato due partite di campionato: il derby casalingo contro il retrocesso Novara, finito in pareggio, e la vittoria esterna contro la neo promossa Giana Erminio. E in questa settimana si è sentito di tutto e di più. Che questa sia una piazza da troppo tempo fuori dal calcio vero è cosa nota a tutti. Sarebbe bello però capire se siamo fuori da troppo tempo dal calcio vero perché questa piazza non regge una categoria importante oppure se, essendo da tanto tempo fuori dal calcio vero, questa piazza fatica a reggere il ritorno in una categoria importante. Naturalmente non parlo di numeri o di entusiasmo perché le ultime uscite dei Grigi sono state accompagnate da un pubblico numeroso e caloroso. Parlo invece di tutto quel che gira attorno alla squadra e, in particolare, degli umori palpabili degli sportivi e dei tifosi che, anziché essere informati correttamente da una stampa matura e competente, sono pompati da chi invece dovrebbe cambiare mestiere per il bene di tutti. Probabilmente questa Società per parecchie stagioni è stata gestita da persone che avevano l’occhio fin troppo attento alla tifoseria, magari avevano troppe cose da farsi perdonare, magari avevano secondi fini poco consoni o magari erano semplicemente sprovveduti, calcisticamente parlando, al punto da sentirsi sempre inadeguati davanti al giudizio di terzi. A questi tentativi, peraltro quasi sempre riusciti, di “tirare la giacchetta” ai dirigenti pro tempore, hanno partecipato e sono stati di fatto ispiratori alcuni fra i più titolati giornalisti sportivi mandrogni. Si voleva un giocatore o un allenatore amico degli amici, oppure si voleva mandare a casa qualcuno che non era abbastanza malleabile con gli amici degli amici? Semplice, bastava diffondere pettegolezzi che trovavano subito eco e venivano rilanciati a mezza voce su certi organi d’informazione e il gioco era fatto. Una macchina di avallo e rifiuto che, se da una parte ha consentito ad alcuni di essere sostanzialmente i padroni delle scelte societarie lasciando ai titolati l’immane compito di passare alla cassa e prendersi gli insulti, dall’altra ha di fatto trasformato questa gloriosa piazza calcistica in terra di conquista altrui. Con Di Masi, fortunatamente, è cambiata la musica. Stavolta la piazza, supportata dai soliti giornalisti, voleva a giugno riconfermati il vecchio capitano ed il decrepito centrocampista? Dopo le opportune valutazioni tecniche, economiche ed ambientali, la società ha deciso diversamente con buona pace di tutti e pure della Serie D e del’INPS che adesso possono contare su un top player ed un pensionato in più. Ai due o tre ideologi ufficiali della tifoseria mandrogna di stanza, solo al Mocca s’intende, in curva o in parterre, “lo spezzatino“ ideato da Macalli non va giù? E allora ecco che arriva l’avvocato di “soccorso grigio“ il quale, fra una minchiata e decine di banalità, sentenzia sul suo sito: “Per una giornata (in campionato contro il Sud Tirol che si giocherà la domenica alle ore 14,30 al Mocca, ndr) si tornerà al passato, mai così rimpianto“. Ma rimpianto “decchè”? Dei settecento spettatori di media in casa, tranne qualche occasione speciale? Del fatto che Penna Scadente gestisse ogni cader di foglia assieme ai suoi compari? O forse il rimpianto è riferito al fatto che, da quando si è insediata lei con una certa corte, siamo spariti dalle graduatorie delle prime sessanta società di calcio italiane? Certo, la cultura sportiva è obbligatoria fra i giornalisti che scrivono di calcio e aiuta gli sportivi a dare una mano alla propria squadra. Al punto che qui non si è capito (e nessun media si è degnato di spiegarlo) che, per esempio, il Guazzo che contro il Novara ha sbagliato il rigore e non ha certo regalato una prestazione sufficiente, in realtà è l’elemento che, se riuscirà a dare quello che è nelle sue corde, sarà un giocatore determinante per la buona riuscita della stagione. Se non è ancora a posto aspettiamolo, aiutiamolo e assecondiamolo perché non è il viziatello della situazione e le cose le capisce. È chiedere troppo ad un pubblico che si è entusiasmato per le gesta di Boyomo e Montante mentre adesso è disponibile a crocifiggere un top player della Serie C? Fortunatamente la vittoria a Monza contro il Giana e la doppietta del bomber succitato hanno fatto rinfoderare le spade già sguainate contro Guazzo e D’Angelo, ma anche questo è un segnale di immaturità: se il Mister non funziona non è certo la vittoria di domenica scorsa in Brianza a rivalutare tutto il suo lavoro, così come non bastano due gol per ricredersi sulle potenzialità di una punta. Ma se il punto fermo della critica sportiva mandrogna è Pe(n)na (S)Cadente, cosa possiamo farci? Forse ci meritiamo una dirigenza sparagnina ed incapace asservita a certi giornalisti, 500 poveri cristi allo stadio ad assistere al solito stanco rito domenicale, quattro tifosi di stretta osservanza che sembrano dire: “qui comando io“ e un milione di euro da tirare fuori a fine stagione per ripianare i debiti accumulati da una gestione da operetta. È questo il quadretto cui il tifoso alessandrino non intende proprio rinunciare? Per alcuni sì, va bene tutto, l’importante è che si giochi la domenica alle due e mezza del pomeriggio. A proposito: e cosa diranno certi fenomeni con “il grigio nel cuore” se dovessimo giocare un giorno in serie A contro il Milan? “Ma come!?, per andare a S. Siro a vedere i Grigi dobbiamo comprare il biglietto della partita in banca o dal tabaccaio, e magari giocano di sabato sera“. A Pe(n)na (S)Cadente e a tutti i suoi accoliti do una notizia: il mondo è cambiato. Altra notizia: Morga, altro idolo delle folle che secondo molti intenditori di casa nostra non doveva essere ceduto, ha esordito domenica scorsa nell’Arezzo partendo dalla panchina, ha commesso tre falli consecutivi in attacco ed è stato quindi ammonito nel giro di quattro minuti dal suo ingresso in campo. E ancora una volta certo pubblico “dal palato fine” ha, come sempre, indovinato tutto…..
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