Dove eravamo rimasti? Ah sì: dopo la vittoria casalinga contro il Mantova, per una settimana i giornali hanno raccontato di un’ottima prestazione della compagine mandrogna. E sempre secondo gli stessi giornali l’unico problema emerso nella preparazione della trasferta di Vicenza era quello di organizzare adeguatamente i flussi gastrici dei nostri campioncini ( “è lì che si riconosce la professionalità della nostra società”, ha sentenziato una sempre più preoccupante Penna Scadente, ormai senza più freni inibitori nel comporre panegirici a questo e a quello della società). Infatti pare che il Real Vicenza abbia servito ai propri giocatori, nell’intervallo della partita di domenica scorsa, una porzione a testa di pasta al forno ai tre ragù, uno stufatino d’asino e un etto di bavarese al limone giusto per dare un po’ di energia supplementare ai propri giocatori. Sul versante tecnico invece, sottoscritto a parte, un babbeo che sta al calcio come Maiorca stava all’alpinismo, venerdì scorso, attraverso un sito on line solitamente ben informato, ci ha comunicato che D’Angelo avrebbe optato per un “3-5-2 anomalo”. Dove sta l’anomalia nei moduli che, fin qui, il Mister ha schierato da quando allena i Grigi, il nostro scienziato della pelota non lo dice, per cui se lo faccia prima spiegare da chi lo ha imbeccato (una minchiata di queste proporzioni solo il Gran Capo Pena Cadente può averla partorita e poi spacciata ai suoi valletti) poi ce lo dica con parole sue così ci facciamo quattro risate. Ma di quanto balbettante sia stato il calcio proposto contro il Mantova e quali fossero gli accorgimenti che il mister intendesse apportare alla squadra per Vicenza, non una parola, non una riga. E sapete perché? Perché in questa città si considera il mero risultato finale e non la prestazione, quindi è bastata la sconfitta al Menti per cadere nel melodramma. E così alcuni tifosi sugli spalti hanno mugugnato platealmente contro i nostri giocatori col risultato ancora in bilico, certi giornalisti si sono svegliati di soprassalto da sogni di gloria dispensati a piene mani ai gonzi, mentre i musi lunghi nello staff erano da filmare per documentare come non si deve somatizzare una sconfitta. Nelle dichiarazioni post partita D’Angelo ha minimizzato e buttato acqua sul fuoco, come è giusto che sia, anche perché c’è l’impegno infrasettimanale contro il Novara, partita che non è certo da ultima spiaggia ma, per chi era convinto di fare il pieno ai primi quattro turni di campionato, può portare ad un autentico psicodramma. Certo, i tifosi possono fare il tifo come meglio credono, certi dirigenti possono pure non salutare nel foyer dello stadio chi non parla di loro, i giornalisti possono prima incendiare la piazza e poi ibernare la situazione a seconda delle copie di giornali che non vendono ma, così facendo, non si va da nessuna parte, perdendo tempo e risorse. Il dato certo da cui ripartire penso sia il seguente: contro il Mantova una sola azione da gol orchestrata dai nostri palla a terra, due palle gol subìte e partita vinta su calcio d’angolo viziato da episodi negativi a carico dei virgiliani. A Vicenza quello che ci hanno regalato su corner la domenica prima l’abbiamo restituito ai veneti in modo ancor più ingenuo, abbiamo fatto due gol su calci piazzati; ci siamo costantemente difesi al limite della nostra area; ci hanno bucato tre volte: due nella nostra area piccola ed una nell’area grande, e non abbiamo prodotto una trama di gioco per andare al tiro in modo lineare. Con calma e serenità da qui si deve ricominciare e a questi problemi bisogna dare soluzioni allenandosi durante la settimana. Non penso che il Mister suggerisca ai suoi, durante la settimana, di rinculare anziché aggredire, di sparacchiare in cielo anziché tentare di giocare la palla a terra, di lasciare il coraggio appeso negli spogliatoi e di pensare di essere invincibili solo perché ci si chiama come ci si chiama. Chiudo con una nota di buon umore: e chi meglio del nostro immarcescibile Grande Capo può scatenare suo malgrado l’ilarità del popolo ? Ecco cosa ho dovuto leggere domenica scorsa su un sito on line a commento della partita di Vicenza (ma su FB fa anche peggio ):” Ma il Real ha più gambe e più idee e al 43’ ecc. ecc…”. Ebbene, posso certificare che gli undici giocatori mandati in campo dall’allenatore D’Angelo erano dotati ciascuno di gambe due, per un totale complessivo quindi di gambe 22. Sarei portato a pensare inoltre che la possibilità che uno o più giocatori del Real Vicenza fossero dotati di tre o più gambe sia alquanto remota (mi riservo comunque una sbirciatina sull’hilite della partita giusto per sicurezza) per cui ragionevolmente, quanto a gambe in campo, eravamo 22 a 22, quindi alla pari e non, come scrive l’immarcescibile, in svantaggio di una o magari due, gambe naturalmente (nel gergo sportivo “avere gamba” s’intende avere forza nelle gambe e “gamba” si usa solo al singolare! Penna Cadente, torna a scuola ad imparare anziché insegnare ad indifesi sventurati). Quanto invece alle idee probabilmente ha ragione Pen(n)a (S)cadente : il Real ne aveva di più, anche perché in pochi sanno quanto lo stufato d’asino, in modo particolare se assunto a pranzo, stimoli la mente!
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.