Alessandria – Dopo che il dottor Giuseppe Pollarolo, presidente della Commissione di Vigilanza dell’Asl Al sulle case di riposo, ha chiesto alla Regione Piemonte come mai avesse autorizzato il passaggio delle licenze da Orizzonti 3000 alla Don Lugani ed il trasferimento di 30 degenti da Casalino a Teruggia, la verità è venuta a galla. Trenta anziani furono “deportati” dal soggiorno Valleverde Srl di Casalino a Villa Poggi a Teruggia senza motivo e con la scusa delle condizioni fatiscenti della struttura, che fatiscente non è. Infatti, a distanza di tre anni (dopo tre anni di abbandono), la struttura di Valleverde a Casalino è ancora in buono stato, come attesta una perizia indipendente, nominata dall’Istituto Vendite Giudiziarie che la metterà all’asta per conto della banca creditrice della stessa Valleverde ridotta allo stremo delle forze in quanto creditrice di circa 3 milioni di euro nei confronti dell’insolvente Orizzonti 3000 che gestiva la Franzini senza mai pagare l’affitto. Pollarolo ha scritto in Regione chiedendo spiegazioni sul fatto che l’Assessorato alla Sanità avesse a suo tempo emanato la determina n.224 del 28 marzo 2011 con la quale si autorizzava il trasferimento. Quella di Pollarolo fa seguito alla richiesta di Valleverde Srl che due anni fa interpellava la Regione Piemonte denunciando il fatto che Orizzonti 3000 avrebbe svuotato la struttura di Casalino per trasferire gli ospiti, cambiando addirittura il titolare della licenza col consenso della stessa Asl. Per farla semplice, Pollarolo – James Bond è riuscito a risalire all’esatta dinamica della vicenda per cui i 30 ospiti di Casalino sono stati “deportati” a Villa il Poggio di Teruggia, ancora chiusa e da autorizzare, facendo subentrare nella gestione la Don Lugani alla precedente Orizzonti 3000 Srl che pare prossima alla liquidazione (fallimento). In questo modo Valleverde restava col classico cerino in mano e sarebbe bello capire come abbia fatto Giuseppe Cinelli, presidente sia di Orizzonti 3000 che di Don Lugani, ad ottenere dall’Asl Al il permesso di cambiare sede e gestore senza le classiche trafile e certificazioni necessarie. Si tratta di un inganno amministrativo e di un disastro economico ma anche umano perché quei trenta poveretti sono stati trasferiti di forza a Terruggia, tra Valenza e Casale, in una struttura non abilitata e aperta illegalmente con l’evidente complicità della Regione Piemonte che ha chiuso un occhio…, anzi tutti e due, anche per il fatto che la gestione è passata, per così dire… automaticamente, da Orizzonti 3000 Srl alla Don Lugani. Un rarissimo esempio di rapidità della pubblica amministrazione.
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