Grigi, si parte, forse. Una categoria tutta nuova per 60 squadre divise in tre gironi individuati con logica strettamente geografica e con ogni turno di campionato dilatato in tre giorni con orari a volte curiosi. Questa sarà la nuova Serie C concepita da Macalli in sintonia coi presidenti dei club. Tra l’altro si tratta d’un ritorno al passato (ultimo campionato di C Unica stagione ‘78/’79), quanto meno nella formula, perché, prima dell’avvento della C2, la terza serie del calcio nazionale (allora semiprofessionistica) era strutturata a grandi linee come lo è oggi. La grande differenza da allora sta proprio nello status: oggi la Serie C è professionistica sotto tutti gli aspetti e probabilmente sarà proprio la professionalità degli addetti ai lavori a tracciare solchi fra i club. A questo proposito voglio ribaltare la teoria secondo la quale: “Con quei giocatori farei l’allenatore anch’io“, che fa il paio con: “Datemi i soldi da spendere e una grande squadra la faccio anch’io”. Che sarebbe come dire: “Con la moto che va più forte delle altre vinco anch’io“, oppure: “In una scuderia così attrezzata il team manager posso farlo anch’io”. Dette così, sembrano frasi che richiamano concetti tutto sommato ragionevoli. La realtà invece, chissà perché, è totalmente diversa. I top rider infatti, guarda caso, sono ingaggiati dalle case motociclistiche vincenti, e gli ingegneri e i tecnici più qualificati, pensa te, si piazzano nei team più prestigiosi. Benché sorprese e delusioni negli sport professionistici siano sempre dietro l’angolo, la regola secondo la quale il migliore lavora coi migliori è quasi sempre rispettata. Ed esiste un’altra regoletta spesso trascurata: a lavorare coi migliori spesso si migliora. Nei Grigi di queste ultime stagioni ritengo che gli unici veri professionisti che ho visto lavorare siano stati Sarri e Sonzogni tra gli allenatori e, per quel breve periodo in cui è stato utilizzato, Danna come DS. Mi auguro che D’Angelo e Magalini dimostrino fino in fondo le loro potenzialità e facciano cose importanti che, in verità, hanno già cominciato a fare. Stavolta però la concorrenza per il club mandrogno è agguerrita, ed il campionato che va ad incominciare non è certo di quelli interlocutori come quello della passata stagione dove bastava arrivare ottavi per centrare l’obiettivo. E c’era pure il paracadute degli spareggi finali. Sabato prossimo, ore 16 al Mocca, prima di Campionato contro il Mantova: sarà l’incipit, poi quattro turni, almeno sulla carta, abbordabili. Purtroppo si comincia con l’infermeria un po’ troppo frequentata (per diagnosi e decorsi rivolgersi direttamente ed amichevolmente al personale sanitario perché la società emette solo scarni comunicati stampa che tendono a non dare troppi vantaggi agli avversari) e alcune squalifiche, retaggio del campionato scorso, con un reparto particolarmente bersagliato: la difesa. Quindi Mezavila potrebbe giocare difensore centrale in una difesa “a quattro“. Sarei curioso invece di vederlo in futuro giostrare difensore centrale “a tre“, magari con Sosa a destra e Terigi a sinistra, Vitofrancesco e Nicolao sui fianchi; Spighi, Obodo e Mora in mezzo al campo dietro a due punte a scelta. Potrebbe essere questa la formazione in grado di far “ripartire” la nostra azione d’attacco con più qualità possibile nel primo triangolo e quindi con più imprevedibilità, dando all’avversario meno tempo per riorganizzare le linee. Mi piacerebbe, appunto, ma so per esperienza che gli allenatori decidono, nel 95% dei casi, sempre per il meglio in quanto hanno molti più elementi di valutazione rispetto a chi, come me, guarda dall’esterno. Questa ultima settimana, compreso lunedì prossimo, saranno giorni infuocati pure per il calcio mercato. A casa nostra mi pare che il più sia stato fatto, il capitolo partenze magari è ancora da completare e forse un nuovo arrivo potrebbe saltare fuori dalle pieghe degli affari altrui che stentano ad andare in porto. Magalini fin qui ha dimostrato di vederci bene anche a fari spenti ed ha allestito un collettivo di ottima qualità in linea con le indicazioni relative al modulo con il quale D’Angelo intende giocare (il 3-5-2). Il nuovo Direttore però non credo abbia come incombenza solo quella di comprare e vendere giocatori ma gli è richiesto pure dell’impegno di costruire un gruppo di lavoro fuori dal campo in grado di essere all’altezza dei migliori della categoria. Due parole sulla campagna abbonamenti organizzata dalla Società, momento topico per la vita economica del club e segnale importante per misurare l’entusiasmo del pubblico e, a ruota, l’interesse degli sponsor potenziali o ancora indecisi. Il botto non c’è stato ma la tendenza al rialzo sì. Purtroppo la storia dello “spezzatino” è stata cavalcata, soprattutto in questa plaga, da giornalisti che fanno dello strabismo il loro core business. Così, nella loro bulimia di consenso a tutti i costi, questi scienziati della piuma hanno presentato la giornata di campionato a rate nel peggiore dei modi, l’hanno messa giù come se i dirigenti di Lega fossero dei vecchietti capricciosi, insensibili e demodé, personaggi che non conoscono i problemi dei loro associati, dei loro clienti e del calcio in generale. Risultato?: per far finta di essere in sintonia coi lettori che non leggono più i giornali sui quali scrivono (ahahah…) e per raccogliere qualche decina di “mi piace” sul loro profilo facebook hanno di fatto gelato una campagna abbonamenti ben avviata dando la stura a dubbi a chi era indeciso e alibi a chi invece la tessera non l’avrebbe fatta comunque. Tutto nella migliore tradizione mandrogna, soprattutto da quando a menar la danza dell’informazione sportiva è arrivata tale Penna Scadente. E questa incorreggibile Penna si permette di fare pure la Penna Tifosa e la Penna “so tutto io!”, “Dai nemici mi guardi Iddio che dagli amici mi guardo io” eccetera eccetera… Dedicato a Di Masi e a tutti quelli che giocano e lavorano per i Grigi.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.