Dopo una partita vinta che si poteva pareggiare ed una persa che si poteva anche impattare finisce l’avventura dei Grigi in Tim Cup, la Coppa Italia dei big, con alcune indicazioni come la certezza di avere in questa stagione un organico solido costruito per gareggiare con le favorite del nostro girone di Serie C e la sensazione che si è cambiato ambito di appartenenza. In una parola: l’asticella si è alzata. E in generale quando si alza quella non tutti, fra dirigenti, tecnici e calciatori, hanno caratteristiche e qualità per rimanere a galla. Ciò detto non ho nessuna voglia di entrare nel merito dello “spezzatino”, la scelta cioè di giocare le partite del prossimo campionato in giorni ed orari diversi rispetto al vecchio principio della contemporaneità, perché lo ritengo un esercizio inutile e presuntuoso. Dico invece che i padroni del calcio italiota, quelli, per intendersi, che tirano fuori soldi, che investono energie, risorse e fanno sì che questa giostra continui a girare, hanno scelto così e a queste nuove disposizioni bisogna adeguarsi. Per la cronaca con lo “ spezzatino “ ci aveva provato anni fa per prima la serie A, prima timidamente, ma poi in modo sempre più radicale. In quella scia la Serie B ha adottato criteri ancora più rivoluzionari. Adesso tocca alla Serie C, la nuova, grande ed importante Serie C. A chi sostiene che queste innovazioni terranno lontano il pubblico dagli stadi rispondo che giocare una giornata di campionato a rate è l’effetto degli stadi deserti, non la causa. Quando poi si discetta sul peso dei costi attuali dei giocatori diventato insostenibile con gli incassi ai botteghini mi piacerebbe sapere quale tifoso si accontenterebbe di vedere in campo con la maglia adorata solo quei calciatori che ci si possono permettere con l’incasso domenicale. E allora? E allora si ritorna all’asticella: da quando si è alzata si deve ragionare in maniera diversa se no, se si vuole avere trasferte vicine, rigorosamente la domenica e sempre alla stessa ora, bisogna augurarsi che i Grigi militino in Eccellenza. Tesi impopolare e brutale ma chi non è d’accordo deve proporre soluzioni alternative, efficaci e praticabili, senza richiamarsi solo alle ragioni “di principio” o, peggio ancora, ad un non meglio precisato “rispetto per i tifosi” cui si è pubblicamente appellato il nostro valoroso ex mister Dino Pagliari. Mi piacerebbe sapere da lui cos’ha mai fatto per cambiare qualcosa in questo calcio e se non pensa di fare del puro populismo quando si richiama a valori e schemi che non hanno mai trovato accoglienza in un calcio governato dalle rigide regole del business. Caro Pagliari, se volevi trovare consenso a buon mercato l’hai trovato, e adesso che te ne fai dopo aver rinvigorito la tua immagine di un professionista che vive nel “sistema” come un pesce nell’acqua ma che, al tempo stesso contesta senza però tentare di cambiare qualcosa? Anche la vicenda dell’elezione di Tavecchio a capo supremo del calcio italiano è uno spaccato di un conformismo e di un’ipocrisia tutta italica. Dei due candidati, la novità, l’uomo del cambiamento, secondo molti doveva essere Albertini, vice presidente FIGC negli ultimi otto anni di gestione Abete. Ma se il presidente è stato unanimemente giudicato un disastro vorrei capire perché il suo vice, anziché bollarlo come “vice disastro”, è stato da alcuni, fortunatamente non abbastanza, considerato uomo della provvidenza. In realtà i Tavecchio, al pari dei Macalli, sono perfettamente funzionali a questo calcio e omologati allo stereotipo del dirigente calcistico federale. Facciamocene una ragione, quindi, se no non ci rimane che seguire altre discipline sportive così ci accorgeremmo che negli altri sport è… uguale, talvolta anche peggio. Come al solito ho scritto ciò che certamente in pochi hanno voglia di leggere, mentre tutti gli altri hanno scritto quello che piace leggere anche se è lontano anni luce dalla realtà. Ebbene, chi ha grande stima di Di Masi sappia che “lo spezzatino“ l’hanno voluto tutti i presidenti della C e quindi anche il nostro, per cui, se avete fiducia in questo Presidente, armatevi di un po’ di pazienza: la partita d’esordio del campionato la vedrete il sabato sera mentre partirete alla volta di Vicenza (seconda di campionato) alle 8 e mezza della domenica. Per gli appassionati di calcio un piccolo vantaggio, in fondo, questo “spezzatino” lo può dare, e cioè la possibilità di vedere ogni fine settimana due partite, magari di categorie diverse. Ed è un piccolo vantaggio anche per i nostri cronisti sportivi, così potranno allenarsi a riconoscere i moduli difensivi in partite di categorie inferiori, almeno eviterò di leggere, come successo dopo Lanciano, che lo stesso giornalista scrivesse di aver visto i Grigi giocare con due moduli diversi (e non certo perché D’Angelo ha cambiato in corso d’opera) ma semplicemente perché il Mister ha gentilmente spiegato a fine partita come ha disposto in campo la squadra. A proposito, proporrei che i nostri giocatori si posizionassero, in occasione delle foto di rito che precedono la partita, nell’identica posizione che andranno ad assumere in campo replicando fedelmente linee e reparti, così da alleviare i dubbi amletici che ogni tanto pervadono la sempre più sinistra Penna Scadente alla quale un piccolo consiglio lo voglio dare anch’io: Grande Capo guarda che un 3-5-2, con gli stessi interpreti non potrà mai essere trasformato da un allenatore sano di mente in un 4-3-3 se no Allegri alla Juve avrebbe già risolto tutti i suoi problemi. Quindi lascia perdere il pallottoliere dei bambini e sappi che il calcio, dalle prime volte che lo andavi a vedere ad oggi, è cambiato totalmente e non è una scusa valida quella secondo cui tu non ci capivi niente neanche prima.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.