Alessandria (Andrea Guenna) – Ancora una volta si assiste all’opera dei pompieri della Giunta Rossa, dopo che i soliti guastatori hanno dato fuoco al fienile. I pompieri sono i comunisti di vecchia data che, con tutti i difetti che hanno, sono ancora gli unici – a sinistra – a saper metter mano alla cosa pubblica, ancorché a modo loro. I guastatori sono i parvenu della sinistra che hanno studiato con professori sessantottini ignoranti come scarpe e che sono convinti di aver capito tutto della vita. Per loro la legge non si applica ma si interpreta, il common low è la stessa cosa del diritto romano germanico, l’amministrazione degli enti pubblici non è una tecnica ma una forma astratta di fare politica. E i risultati sono sotto gli occhi di tutti col Comune di Alessandria distrutto dall’incompetenza di questi signori per i quali, come per tutti i bambini viziati (caratteristica tipica della generazione di post sessantottini educati secondo i dettami pedagogici di Spock che poi li ha ritrattati perché palesemente diseducativi) la colpa è sempre degli altri. Ora il povero Renzo Penna, presidente della commissione cultura e istruzione del Comune di Alessandria, comunista di stretta osservanza e di vecchia educazione, oltreché di buona cultura, deve mettere le pezze al disastro combinato dai vari “pierini” post-comunisti come Abonante, Barberis, Rossa & C., e la prima cosa che fa, nella più squisita tradizione comunista, è inventarsi colpe altrui per giustificare il proprio fallimento. Per cui se quattordici lavoratori del Tra sono “a spasso” è colpa di Cota e dei suoi che hanno fatto fallire la Fondazione del Teatro Alessandrino ritirando le quote della Regione, ma non dice che questi qua, i nipotini viziati di Berlinguer, hanno a loro volta ritirato le quote in Fondazione di Alegas, di Amag e dello stesso Comune di Alessandria. Il comunista Penna dimentica anche, e lo fa coscientemente perché conosce bene fatti e antefatti, che Cota non ha nessuna responsabilità per la vicenda di cui si tratta oggi in quanto il problema è che i dipendenti rimasti col classico cerino in mano non possono essere messi in Cassa Integrazione a causa di una legge dello Stato che ha convertito un decreto legge approvato dal Governo Renzi, cioè da un governo a presidenza Pd. E fa finta di non sapere che non è economicamente sostenibile avere 25 persone a libro paga (tanti erano i dipendenti del teatro) col cassiere che prende più del sindaco della città per gestire sì e no 20 spettacoli all’anno. Per fare ciò ne bastano quattro o cinque altrimenti si fallisce, come è puntualmente fallito il teatro. E l’amianto in tutto ciò non c’entra un bel niente. Ora i 14 senza lavoro lanciano l’SOS a Chiamparino che è un piantapuffi da cinema, uno che ha indebitato alla morte Torino. Fanno come quello che annega e che si aggrappa a dei rasoi per veire a galla. E questo signore, Chiamparino, che non sa far di conto dovrebbe risolvere una questione irrisolvibile? È chiaro che tutta la vicenda è gestita con estrema demagogia, e la sorte dei 14 è segnata. Questa è la verità, tutto il resto è propaganda. E le responsabilità sono solo ed esclusivamente di questa amministrazione di sinistra che, dall’approvazione del dissesto in poi, ha fatto esattamente il contrario di quello che si sarebbe dovuto fare.
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