Alessandria – Qui da noi succede anche che gli autobus del trasporto pubblico prendano fuoco. Naturalmente non si sa di chi sia la responsabilità ed il gioco tutto italiano dello scaricabarile impazza. Non ci sarà, probabilmente, la commissione d’inchiesta per l’incendio dell’autobus Atm di venerdì scorso, 18 luglio, lungo la linea Alessandria – Valenza, chiesta dal sindacato Faisa Cisal. Il “caso” per l’azienda è chiuso. Atm dice che se l’autobus non era nuovo, era sottoposto a regolare manutenzione, e fa sapere che l’autista Alessandro Gabriele non ha azionato il pulsante d’emergenza che avrebbe interrotto i circuiti elettrici, evitando la diffusione delle fiamme. Per questo motivo è stato sottoposto ad un provvedimento disciplinare di sospensione dal servizio. Da eroe che ha salvato la vita dei trasportati ora è diventato un operatore per lo meno incauto la cui negligenza ha aggravato la situazione. Faisa – Cisal per difendere l’autista si è rivolto ad un legale. Per loro Gabriele avrebbe invece messo in atto tutte le azioni possibili per evitare il peggio, rischiando anche un’intossicazione nel tentativo di spegnere le fiamme. L’Atm risponde invece che il suo dipendente non avrebbe chiamato direttamente i vigili del fuoco ma di averlo fatto fare dal centralino dell’azienda e di non aver spento le luci del bus, non disattivando così l’impianto elettrico. Per Faisa-Cisal Alessandro Gabriele non solo ha subito azionato l’estintore ma ha chiesto di essere ricoverato in ospedale, avendo respirato i fumi, e la polvere, soltanto dopo l’arrivo dei vigili del fuoco e dei carabinieri. Luca Tropiano di Faisa denuncia anche l’atteggiamento “vessatorio volto a colpire la libertà di espressione e la libertà sindacale”. In un esposto presentato alla prefetta Romilda Tafuri fa presente che “all’interno dell’azienda permangono seri problemi relativi alla carenza della sicurezza dei mezzi e il non rispetto delle normative dei turni nel servizio Atm di Valenza”.
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