Alessandria (Andrea Guenna) – E parliamo sempre di Amag, la partecipata che vorrebbe fare tutto, occuparsi di acqua, metano, rifiuti, smaltimento… e business. Per ora. Poi si vedrà.
A parte l’orrore del progetto comunale che mira a scantonare dalle gare pubbliche per l’affidamento dei servizi in capo ad Amag.
A parte l’escamotage di far partecipare, volenti o nolenti, tutti i Comuni consorziati a nuove società (che gemmeranno) in modo da garantire il controllo pubblico e la gestione di servizi solo ai soci (e così Amag può diventare una holding partecipata da terzi privati).
A parte la paventata fusione (ma la faranno davvero?) con Aral e Amiu, che è un aborto giuridico amministrativo, una roba rivoltante, un sarchiapone illegale, a meno che la holding faccia solo la holding e non nascano società ad hoc.
A parte tutto questo marasma di illegalità, come si fa a sopportare il fatto che Amag si spinga al punto di indire una “garetta” per trovare uno studio di consulenza (di amici degli amici) cui dare 200.000 euro (a 100 euro all’ora) più IVA e spese, il che fa 250.000 cucuzze? Tanto paghiamo noi.
Così è. Lo studio esterno che si aggiudicherà la gara pilotata, questo secondo il Maligno ma io non ci credo, è quello di Tosetto Weigman di Torino, per intercessione del dottor Corrado Bonadeo, un commercialista tortonese originario di Avolasca, sponsor nella recente campagna elettorale di Gianluca Bardone attuale sindaco del Pd ma nel contempo grande amico di Massimo Berutti ex sindaco di Tortona del Pdl poi Forza Italia. Insomma, uno che sta molto attento a non farsi dei nemici, non si sa mai. La sua amicizia con Massimo Berutti risale ai tempi in cui lo stesso Berutti era sindaco e Bonadeo revisore dei conti del Comune di Montemarzino. Ma la confusione aumenta se teniamo conto che il dottor Bonadeo è anche molto amico del ragionier Sandro Tortarolo (Pd) da Novi Ligure, che ha un passato anche in appoggio ad Amag da assessore della Giunta Scagni (ma va?) e si dice che insieme, quattro anni fa, abbiano pensato di mettere in piedi Farmacon Srl, partecipata illegittima già alla nascita perché proprietaria di farmacie comunali in un Comune con meno di 30.000 abitanti. Come premio Tortarolo, una volta licenziato in tronco per manifesta incapacità da Berutti sindaco di Tortona, è stato messo – si dice sponsorizzato dal suo amico Ugo Cavallera – come commissario di qualche casa di riposo fra cui la Ipab di San Salvatore Monferrato, ed ora è anche liquidatore di Energia e Territorio, una partecipata della provincia di Alessandria. Corrado Bonadeo, sfumata la sua nomina come membro del Cda della Fondazione Cassa di Risparmio di Tortona per lo sgambetto del grillino Fabrizio Dellachà, ora si avvicina ad Amag con una consulenza indiretta a favore dello studio Tosetto Weigman. Tutto sto trigo per accontentare tutti: amici e amici degli amici (anzi… compagni), anche e soprattutto quelli del presidente Stefano De Capitani (nella foto) sfrattato la scorsa estate dal suo ufficio di direttore generale del Csi Piemonte, o per meglio dire indotto a dimissioni “spontanee” dall’allora assessore alle Partecipate Agostino Ghiglia (AN – PDL), uomo di fiducia del Pd (un Tortarolo metropolitano) che approdò a Torino chiamato dalla Giunta di Mercedes Bresso dopo che aveva guidato come amministratore delegato la Insiel, la società in house del Friuli Venezia Giulia che gestisce i sistemi informatici (un omologo friulano del Csi). Erano i tempi in cui a governare la regione del Nord Est era Riccardo Illy (Pd anche lui) e in quegli stessi anni la Insiel finì al centro di una vicenda giudiziaria (ma va?) per una consulenza su cui mise gli occhi la Corte dei Conti. De Capitani pensò bene di tagliare la corda e divenne amico di Fassino (sindaco di Torino) che gli affidava subito l’amministrazione di Anci (Associazione Nazionale Comuni Italiani) di cui lo stesso Fassino è presidente. Compito arduo viste le difficoltà che attraversa l’Anci e le sue controllate. Con lui, De Capitani s’intende, il valore della produzione è calato di oltre sette milioni, i costi per il personale sono lievitati da 5,4 a 5,9 milioni, le perdite salite a 512.000 con un patrimonio netto crollato da 773.000 a 261.000 euro. Se a destra non fai carriera senza una condanna a due anni e mezzo di carcere per truffa, a sinistra non la fai se non sei un “piantapuffi da cinema” coi soldi dei contribuenti e De Capitani aveva le carte in regola per fare carriera. Per premio gli hanno dato la presidenza di Amag qui da noi che, come dice Paolo Conte, “stiamo in fondo alla campagna e abbiamo il sole in piazza rare volte, e il resto è pioggia che ci bagna”. Ora, come se la sfiga non bastasse a noi poveri e martoriati mandrogni, questa allegra combriccola (De Capitani, Maurice Bressan, Corrado Bonadeo, Giorgio Abonante, Rita Rossa, con pennivendoli e pennivendole al seguito) fanno un sacco di casino sui soliti fogliacci e siti di regime, rilasciando mirabolanti interviste per strombazzare megaprogetti che non si realizzeranno mai, così, tanto per fare vedere che, con tutti i soldi che prendono, fanno qualcosa. E, nonostante possano far conto su una discreta schiera di ottimi amministratori e tecnici, chissà perché, delegano sempre all’esterno lavori che potrebbero fare in casa (in house, come direbbe la bionda cronista). Per paradosso l’unico consulente esterno che invece ha ufficio, telefono, targa fuori dalla porta e segreteria annessa in Amag (sempre in house come sopra) è tale Alessandro Bosco da Torino, un altro amico di Piero Fassino, paracadutato qui da noi perché come dice sempre il mitico Paolo Conte “circospetti ci muoviamo e un po’ randagi ci sentiamo” per cui abbiamo bisogno di certezze fuori le mura. Insomma, e per riassumere: c’è da fare uno studio di settore e, nonostante tutti i bravi funzionari interni in Amag e a Palazzo Rosso, si pensa ad una garetta già vinta, come dice il Maligno ma io non ci credo, dallo studio di consulenti più caro di Torino (Tosetto Weigman) di cui farebbero parte molti amici del presidente De Capitani che, dopo essere stato mandato da Fassino, gestisce Amag credendo che sia l’Eni e lui Scaroni. E Amag? Può continuare con questo andazzo o sarebbe meglio che qualcuno si mettesse un po’ a lavorare invece di fare sempre politica di bassa cucina ma dannosissima agli alessandrini ed ai cittadini dei Comuni consorziati? Il sospetto che, a questo punto, viene sempre al cronista è che sia tutta panna montata. Multiutility, studio di settore, management all’americana, sono solo slogan da dare in pasto alla gente, ai cittadini che votano, propaganda a caro prezzo in termini di produttività che paghiamo noi per cui, come dice sempre Paolo Conte, “in un’immobile campagna, con la pioggia che ci bagna, i gamberoni rossi sono un sogno”, ma per De Capitani & C. sono addirittura aragoste.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.