Alessandria (Anna Briano) – Da quando in Piemonte, paradossalmente la regione più liberale d’Italia da dove è partito il Risorgimento, comandano i comunisti praticamente dappertutto e a tutti i livelli, la soluzione dei problemi, come da più squisita tradizione di sinistra, avviene coi tavoli. Ed è proprio di un tavolo di confronto parlano le comunità montane per risolvere il problema delle unioni di Comuni. Naturalmente Chiamparino (il sindaco che ha indebitato alla morte Torino) detta i tempi e fa sapere che la Regione di cui è governatore vuole che entro il 30 settembre la costituzione delle Unioni dei Comuni e quelle montane, sia definita. È la solita burletta comunista (che costa un sacco di soldi ai contribuenti, anche a quelli che hanno votato per i comunisti), cui siamo abituati anche ad Alessandria con la signora Rossa che le spara sempre più grosse salvo poi rimanere sempre al palo sulle cose importanti. Dopo l’assemblea di venerdì con i sindaci e l’Uncem (l’unione dei comuni e degli enti montani) a Torino, la Regione ha annunciato che entro il 30 settembre la giunta Chiamparino definirà il quadro degli accorpamenti delle Unioni dei Comuni, entro la fine dell’anno le loro funzioni. Per arrivare a ciò il vicepresidente Aldo Reschigna (nella foto) e l’assessore alla montagna Valmaggia avvieranno una serie di incontri nelle province per confrontarsi coi sindaci. Tavoli, confronti, dibattiti: insomma, siamo alle solite e si può scommetere che entro il 30 settembre tutto o quasi sarà come prima. E lo dico perché il problema che sta alla base di tutto sono i soldi, ovvero i fondi regionali destinati alle varie Unioni. E quando ci sono di mezzo i soldi anche i comunisti litigano. Nella nostra provincia, tra Acquese, Ovadese e Val Lemme, da mesi sono sorte cinque Unioni montane, al momento enti ancora concretamente da attivare, mentre la situazione tra Val Borbera e Val Curone è ancora lontana dall’essere risolta e le buone intenzioni della Regione non aiutano. Sembra che almeno stavolta abbia ragione Vincenzo Caprile sindaco di San Sebastiano Curone quando dice al cronista che “nemmeno in Regione hanno le idee chiare a causa delle leggi in vigore. La Maccanti ha lasciato libertà tra i Comuni di scegliere tra Unioni e convenzioni, creando solo confusione”. Infatti siamo ancora fermi sulla decisione di che tipo di Unione realizzare e non c’è neppure l’accordo sulle sedi dei nuovi enti.
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