Il progetto tecnico dell’Alessandria 2013 – 2014 targato Di Masi – Magalini – D’Angelo è partito. Dico subito che la risoluzione del problema relativo ai giocatori ancora sotto contratto si va pian piano delineando nel modo secondo me più pragmatico, purtroppo però non penso che il DS possa avere mano totalmente libera visto il numero, l’età, lo stipendio e il profilo di tanti giocatori presenti in rosa. Inoltre si andrà a giocare in una categoria di nuova concezione dove, in ogni girone, militeranno squadre provenienti da quattro categorie diverse (Interregionale, C2, C1 e Serie B) per cui questa nuova C Unica avrà bisogno di qualche stagione di assestamento per acquisire una sua personalità definita. Viste però le caratteristiche dei primi tre arrivi, Obodo, Mezavilla e Sosa, il tentativo di riportare Marconi in riva al Tanaro, senza dimenticare che l’arrivo di Onescu è ancora in ballo, direi che si è pensato di iniettare una dose non certo farmaceutica di centimetri, chili e fisicità rispetto all’organico che nella passata stagione aveva, almeno secondo me, in questo senso un deficit insormontabile unito a quello del passo e della corsa. Già i rinnovi dei contratti di Mora e Spighi, a ben vedere, andavano proprio in quella direzione, mentre l’abbandono di Cammaroto va letto invece come una scelta condizionata dal rapporto costi – benefici per entrambe le parti in causa. In soldoni: per il quinto difensore in rosa quest’anno probabilmente è previsto un budget che all’ex capitano non poteva andar bene, dato anche l’ingaggio percepito nelle ultime stagioni. Se così fosse, la famosa “scelta di vita” la doveva fare solo la società, e non vedo perché in quanto il Camma troverà sicuramente una sistemazione che soddisferà molteplici esigenze aiutato dalla indiscutibile professionalità del suo procuratore. Mi lasciano davvero perplesso invece le dichiarazioni finali del giocatore il quale, dopo aver fatto un ritrattino mieloso della parte di città “amica“ parla invece genericamente di ipotetici cattivoni che hanno tramato nell’ombra per cacciarlo. Il solito messaggio trasversale lanciato senza citare nomi e cognomi, tipico di chi ha avuto negli anni privilegi evidenti. Per contro la società, che ha deciso di trattarlo come ogni altro giocatore, ha ricevuto critiche dai “soliti noti”, quelli, tanto per intendersi, che si erano inalberati già l’anno scorso quando Cammaroto era stato degradato da capitano coraggioso a soldato semplice. I difetti endemici della squadra che ho evidenziato nella scorsa stagione sono evidentemente punti deboli anche per il nuovo DS e il Mister, mentre il compendio delle pagelle di questa rubrica redatte partita per partita hanno premiato giocatori che adesso sono in testa ai desiderata della Società. Una bella soddisfazione perché le mie valutazioni erano in controtendenza rispetto a quelle proposte dai guru della stampa sportiva mandrogna e non solo, della serie: “ma che partita avete visto?”, o peggio “un occhio di riguardo per i miei amici”. Adesso cosa manca? Ad occhio e croce direi una pattuglia di giovani di belle speranze in grado di garantire nuova linfa e uno spicchio di futuro alla squadra. Per i ruoli invece direi due portieri, due difensori, almeno un esterno e due punte di cui una in grado di ricoprire degnamente la posizione di prima e seconda punta. Invece a quei giocatori ancora sotto contratto (che rimarrebbero tagliati fuori da questa robusta ristrutturazione) auguro la solidarietà dei loro procuratori, così bravi negli anni passati ad appoggiarli qui da noi, e si spera altrettanto efficienti a trovar loro nuove soddisfacenti sistemazioni, perché si tratta di bravi ragazzi e buoni professionisti. Per quel che mi riguarda garantisco fin d’ora che i ventidue ragazzi che formeranno la nuova rosa saranno trattati in questa rubrica con lo stesso metro di giudizio. Spero che questo principio sia applicato anche da tutta la stampa sportiva locale, cosa della quale dubito perché la tentazione di dire quello che certa gente vuol sentirsi dire è ormai un classico che in tanti anni ha già dato.
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