Il mercato estivo dei Grigi sta per decollare. Nuova in tutti i sensi la categoria; nuovo pure il DS Magalini (nella foto) che ha raccolto il testimone, con relative zavorre, da quel dilapidatore di risorse che risponde al nome di “Tintoretto” Menegatti; già collaudato invece in riva al Tanaro il Mister, il ruvido e pragmatico D’Angelo e, per la seconda volta consecutiva, i tifosi, gli sportivi mandrogni e i giornalisti potranno discutere e fantasticare di terzini e ali sinistre senza la spada di Damocle che pendeva spesso in questi periodi sulla serietà e solidità della Società e della sua proprietà. Se escludiamo il “magazzino“ pieno di giocatori ingaggiati scriteriatamente per due stagioni da Svicolone, forte con chi gli ha pagato lo stipendio e debole coi procuratori amici, sarebbe la situazione ideale per la nostra antica ed appassionata piazza calcistica. Invece dobbiamo fare i conti con una sindrome endemica che affligge certi nostri tifosi e, cosa ancor più preoccupante, alcuni giornalisti locali: l’autoreferenzialità. Il concetto appena espresso è un must di questa rubrica e, purtroppo, torna a galla non appena l’orizzonte si rischiara. In soldoni, ci sono frange di tifo organizzato convinte che, prima del loro avvento, al Mocca si organizzassero solo tornei provinciali di tresette, e giornalisti bulimici al punto di credere e lasciar credere ai gonzi che senza le loro terga ben posizionate in tribuna stampa l’arbitro non oserebbe neppure fischiare il calcio d’inizio. Che queste intime convinzioni di alcuni tifosi e di certi giornalisti siano sotto gli occhi e dentro le orecchie di chi vuol vedere e sentire criticamente la realtà è un dato, ma è pur vero che queste due categorie di primatisti dell’autoreferenzialità si danno una mano a vicenda, nel senso: tu parla bene di me che io scrivo bene di te; oppure: visto che scrivi bene di me io parlo bene di te. È la più classica delle compagnie di giro, ormai un po’ scalcinata, ma il meccanismo è sempre quello, collaudato, e chi non ne fa parte è bollato a vita come antigrigio, disfattista, inopportuno e meritevole di profondo disprezzo. Sarebbe meglio per tutti che questo caravanserraglio imparasse ad avere un po’ di sano rispetto nei confronti di chi la pensa diversamente e la piantasse lì di dare patenti a chiunque in base ai propri meschini calcoli di bottega. È venuto il momento di prendere atto che l’Alessandria Calcio non appartiene a questa dozzina di sedicenti custodi dell’ortodossia grigia bensì a migliaia di sportivi mandrogni che non hanno voce, oltre, naturalmente, a chi la squadra l’ha legittimamente comprata e la gestisce come meglio sa e può. E, secondo me, sarebbe bene farlo in fretta, altrimenti si rischia di vanificare i meritevoli sforzi che Di Masi sta facendo per trasformare il calcio mandrogno in una realtà in grado di reggere sfide importanti. Un salto di qualità potrebbe già essere, per esempio, che ogni componente (sportivi, tifosi organizzati, giornalisti, dirigenti e proprietà) tornasse a fare il proprio lavoro con rispetto dei ruoli e delle professionalità. Sarebbe troppo facile ricordare a certa gente di quando un tipo come Veltroni fosse apprezzato da certa stampa e da certo tifo (sempre gli stessi) nonostante fosse chiaro al mondo che l’aretino aveva fatto uno squadrone “sulla parola” col chiaro scopo di lasciare la città col cerino in mano. E sarebbe stucchevole se facessi l’elenco dei “consigli” che i soloni di casa nostra hanno elargito a piene mani in questi anni segnalando nomi di possibili giocatori, allenatori e direttori “giusti” – almeno secondo loro – per i Grigi, e poi controllassi quanto i fenomeni “nominati” hanno combinato qua o altrove. Al punto che c’è da chiedersi se non si debba, per il bene della squadra, cancellare dalla lista dei probabili ingaggi, proprio i personaggi caldeggiati da certi ambienti, se non altro per ragioni scaramantiche. Ma è altrettanto chiaro che certi nomi e certe ostentate insistenze un obiettivo nascosto ce l’hanno, che potrebbe essere quello di garantirsi, attraverso un disdicevole “do ut des”, interlocutori fidati e compiacenti dentro le stanze dei bottoni. La butto lì perché in passato questo ignobile giochino è riuscito spesso, ma allora si parlava di situazioni in cui società oggettivamente deboli non avevano la forza di opporsi. Ricordo certi “amici” e “amici degli amici” piazzati in ruoli chiave, notizie che trasudavano anche dai muri della sede, soldi buttati, obiettivi sportivi mancati, poca gente allo stadio e poche copie di giornali vendute, al punto che l‘edizione di punta firmata dal Grande Capo Pena Cadente è stata soppressa dal suo editore come un treno sgangherato delle italiche ferrovie. Ma, direte voi, se questo valzer condotto da certi tifosi e da certi “giornalisti” ha prodotto solo sconquassi, a chi conviene che a menar le danze sia sempre quella sporca dozzina di sciamannati? Conviene solo a quei malati di autoreferenzialità, suppongo. E la cura? Per certi tifosi basterebbe che la domenica allo stadio si vedessero facce nuove foriere di nuovo entusiasmo; per certi giornalisti invece il problema credo sia la scarsa sensibilità degli editori e di certe redazioni, ma è anche vero che chi il coraggio non ce l’ha non se lo può dare. Adesso attendo la solita valanga di insulti e mi chiedo se ci sarà mai qualcuno in grado di entrare nel merito dei concetti che esprimo invece di limitarsi alle offese personali. Vedremo. Certo è che le reazioni uterine che scatena il vostro Cichinisio dimostrano che colpisco sempre nel segno e che, per certa gente, il conto alla rovescia è già iniziato. Nel frattempo consiglierei a coloro ai quali sta davvero a cuore la Squadra di evitare di triturare le palle a Magalini per la riconferma di questo o di quello, e lasciar fare la parte ai procuratori. Al DS si chieda invece se e come si sta muovendo per approntare una struttura di scouting per la prima squadra. Poi se il cuore grigio di Baiocco, ad esempio, dovesse in futuro battere sotto un’altra casacca facciamocene una ragione. E, per una volta, facciamo il conto non solo di quello che il bravo ex gobbo ha dato ai Grigi ma pure quello che hanno dato i Grigi all’ex gobbo… e a tanti altri come lui.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.