A NOI PIACE VINCERE MA NON VINCIAMO MAI
Mantova 2 – Alessandria 0
Mantova – Mantova, il capoluogo meno lombardo tra le città lombarde, adagiata nel centro della pianura Padana, città d’arte, opulenta e ricca di verde, con uno stadio da serie A che ha visto giocare con i propri colori gente come Zoff, Sormani e Schnellinger e allenare gente come Edmondo Fabbri e Giagnoni. Il Martelli, un posto, come il Mocca, dove si respira calcio, un’accademia di cultura sportiva, cultura oggi sempre meno assorbita ed applicata, tutti a correre dietro al risultato di giornata che, se non accompagnato dalla prestazione, è totalmente fine a se stesso perché, alla fine del campionato, o hai prodotto calcio di qualità proporzionale agli investimenti e alle risorse impiegate oppure hai mancato gli obiettivi. E mai come oggi, prima del fischio d’inizio della partita, si trovano di fronte due nomi del calcio nazionale alla ricerca di un senso da dare alla loro stagione ininiziata male, entrambe in cerca di ossigeno in classifica, continuità di risultati e prestazioni decenti, entrambe con dirigenze nuove. Entrambe hanno già cambiato guida tecnica ma i virgiliani hanno virato pure per quel che riguarda la direzione sportiva in attesa dell’imminente finestra di mercato invernale. I Grigi arrivano da una dolorosa sconfitta a Cuneo, dolorosa più negli effetti che non per la prestazione in linea con la media delle altre offerte in questa prima parte di stagione; i padroni di casa invece hanno beneficiato di una inaspettata vittoria a Monza dove i brianzoli però “gli hanno dato la rumba“: questo il tema della partita e si va ad incominciare. Contro il 4-2-3-1 di Sabatini D’Angelo propone un 3-5-2 abbottonato, Mora va a fare la mezz’ala sinistra con Valentini sul fianco destro e Cavalli centrale basso, Sabato l’esterno mancino e Spighi quello destro, Ferrini in panca con Rantier, Taddei e Marconi punte, mentre i tre centrali difensivi davanti a Servili sono Mariotti, Cammaroto e Sirri. La partita si accende (si fa così per dire) al 6’ con un gioco di prestigio del rimpianto Floriano che sulla tre quarti libera Masini il quale capisce tardi il regalino e si fa pescare in fuorigioco. Poi (è il 22’) cross di Sabato a centro area ma nessuno è pronto all’appuntamento, per cui la volta dopo lo stesso al 26’ decide di fare tutto da solo ma il tiro è parato. Al 34’ e al 35, Mora di testa prima e Valentini da fuori poi insidiano Festa senza successo, risponde Floriano cinque minuti dopo con un’azione personale e cross deviato in corner. All’improvviso la svolta: è il 43’ e Servili intercetta un tiro dai 15 metri ma smanaccia la palla, Masini la cattura a pochi passi dalla linea, mentre sta appoggiando in rete a colpo sicuro, è ostacolato irregolarmente dalla disperazione del nostro portiere, rigore ineccepibile e rosso per il buon Servili che in 4” commette più errori di quanti ne abbia commessi in un campionato intero con Sarri. Floriano deve battere due volte per cacciare dentro il penalty al subentrato e malcapitato Poluzzi. In inferiorità numerica l’Alessandria rimane in partita pur soffrendo al 14’ st e al 18’ st su un’intuizione di Floriano che per poco non uccella il nostro stralunato portiere sul primo palo. Poi al 32’ st tre Biancorossi non riescono a spingere la palla in porta ad un metro dalla linea. La classica giusta punizione per un clamoroso gol mancato potrebbe materializzarsi al 33’ st ma Taddei si trova davanti un grande Festa (anno 92) e il suo tiro a colpo sicuro si spegne fra le braccia del portiere biancorosso. Sul capovolgimento di fronte il Mantova non sfrutta colpevolmente un contropiede in superiorità numerica, ma al 41’st il neo entrato De Respinis segna il gol della tranquillità sempre in contropiede. Invece l’occasionissima mancata dai padroni di casa al 46’ st vale solo per i tabellini. I virgiliani quindi vedono la luce in fondo al tunnel e con 6 punti in due partite rimettono in sesto la classifica e riacquistano un po’ di buon umore, indispensabile per lavorare bene in settimana. Per D’Angelo adesso viene il momento delle scelte strategiche, evidentemente lavorare solo sul posizionamento degli stessi giocatori non è abbastanza per cambiare il trend, cambiare modulo diventa improrogabile, visto poi che dai giocatori panchinari per costituzione aiutini non ne sono mai arrivati. Adesso le prossime quattro partite sono abbordabili e se non facciamo 10 punti dobbiamo ripensare la stagione.
LE PAGELLE
Servili 4 – Stavolta non ci sono scuse: in occasione del rigore troppo lento a buttarsi sul tiro che, probabilmente, finiva fuori, impacciato nel tentativo di fermare Masini e spesso discutibile nei rinvii, autentico tallone d’Achille.
Poluzzi ( dal 44’ pt ) 5 – Non ha commesso l’erroraccio del titolare ma, per il resto, è andato anche peggio. Qualche domandina al preparatore dei portieri no?
Mariotti 5,5 – Nella sua zona passano in tanti, soprattutto Floriano.
Sabato 6 – Da quinto a sinistra se la cava e si propone con tre buone iniziative nel primo tempo. Dopo un’ora abbondante di gioco viene sostituito da Ferrini.
Cammaroto 6 – Non è capitano ma è coraggioso, stavolta.
Sirri 5 – Stavolta ci mette ben 38’ per farsi dare il giallo: record. Ma quanto tempo passa con il sedere per terra?
Cavalli 5 – Ormai per marcarlo agli avversari basta studiarlo con istantanee fatte col telefonino. Tocca troppe volte la palla prima di appoggiarla e diventa un pericolo più per noi che per gli avversari.
Spighi 5 – Quinto a destra tenta di fermare Floriano ma non gli riesce. Esce a fine primo tempo per far posto a Poluzzi.
Ferrini ( dal 20’ st) sv – Soprassediamo
Taddei 6 – Partita di quantità e sostanza, avesse fatto al gol 33’st sarebbe stato perfetto
Marconi 6 – E pensate che qualunque altra prima punta del girone oggi avrebbe fatto più e meglio di lui? Se lo pensate siete prevenuti o in mala fede.
Mora 5,5 – Non incanta e non punge, come tutto il reparto
Valentini 5 – Annega in un mare troppo grosso per lui. E’ generoso ma a volte non basta.
Rantier ( dal 24’ st ) sv – Un’altra tappa della sua via crucis personale.
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