GALILEO È TENUTO IN OMBRA IN ITALIA DA CHI DOMINA LA CULTURA SCOLASTICA E L’ITALIA, IN QUESTI ULTIMI DUE DECENNI, PARE AVERE DIMENTICATO GLI INSEGNAMENTI DEL PIÙ GRANDE DEI SUOI FIGLI
Alcuni lettori ci hanno chiesto di scrivere chi è il più grande degli italiani da cui è possibile trarre insegnamenti per uscire dall’attuale crisi. Nel farlo non abbiamo dubbio alcuno. Il più grande degli italiani è Galileo Galilei che, assieme a Newton, Keplero, Darwin, Lavoisier e pochissimi altri giganti del pensiero, contribuì a cambiare radicalmente le basi della conoscenza dell’uomo. E quindi la storia del mondo. Dopo di loro nulla fu più come prima. Il pensiero di Galileo è studiato in tutte le scuole del pianeta ed applicato praticamente in tutti i laboratori di ricerca esistenti, nessuno escluso. Solo in Italia, ed in particolare nella nostra scuola, non gode del riconoscimento che merita e le informazioni sulla sua opera sono spesso stravolte o censurate. Provate a chiedere anche a persone con studi superiori cosa ha fatto di importante Galileo e qual è il suo pensiero. Con tutta probabilità vi risponderanno che ha inventato il cannocchiale e il pendolo o ricorderanno il processo a cui lo sottopose il cardinale Bellarmino, obbligandolo a rinnegare che la Terra gira attorno al Sole. Ad onor del vero, il cannocchiale non lo ha inventato lui bensì gli olandesi. Galileo che, come tutti gli uomini, doveva pur campare e mangiare tutti i giorni (e gli piaceva farlo bene ed in allegria) i cannocchiali li costruiva unicamente in un suo laboratorio artigianale. Ma questo non è sufficiente per passare alla storia. Il mondo è pieno di ottimi artigiani. Il pendolo nè lo inventò nè lo costruì. Galileo ne scoprì il principio: l’isocronia. Ossia che le sue oscillazioni avvengono con lo stesso tempo. Scoperta per niente male che farà la fortuna degli orologiai svizzeri e tirolesi, ma non ancora sufficiente per essere collocato nello strettissimo empireo dei geni dell’umanità. Galileo riuscì a farlo, e a pieni voti, quando pubblicò una sua rivoluzionaria teoria con cui aprì per sempre la via della moderna scienza senza la quale ben poco di ciò che oggi conosciamo, ed usiamo, potrebbe esistere. Teoria che può essere riassunta in poche parole comprensibili a tutti: “Un’esperienza per essere valida deve essere fattibile e ripetibile”. Se non è così non esiste ed è una cialtronata o un falso. Questa semplice, ma immortale frase, scolpita in lettere di fuoco in tutte le università scientifiche del pianeta, come una violenta tempesta spazzò via e cancellò per sempre dalla conoscenza dell’uomo il magico, il miracoloso e l’irrazionale fino ad allora dominanti, relegandoli nel nulla della superstizione e dell’ignoranza. Da Galileo in poi la validità di tutta la conoscenza scientifica si è basata su questo concetto sbarrando per sempre la strada del sapere dell’uomo a ciarlatani, truffatori, visionari, sensitivi ed affini. Questo fu il vero motivo per cui Galileo fu imprigionato, torturato ed in pratica finì la sua vita sotto stretta sorveglianza. Bellarmino, futuro Papa, persona intelligente e colta, e difensore ad oltranza della cultura fino ad allora dominante, fu tra i primi a capire la grandezza ed il pericolo eversivo delle teorie di Galileo che cercò di combattere ed impedirne la diffusione. E questo è il motivo per cui ancora oggi Galileo è tenuto in ombra in Italia da chi, da sempre, domina la cultura scolastica. La forza economica dell’Europa che ha guidato il mondo in questi ultimi secoli nasce proprio dalle conoscenze di Galileo e degli altri grandi uomini che hanno preceduto e resa possibile la rivoluzione industriale con tutte le invenzioni che ne sono conseguite. Anche la forza della Cina di oggi, nascente potenza del pianeta, si basa sull’aver fatte proprie queste conoscenze superando quelle tradizionali e frenanti del suo pur glorioso passato. L’Italia, in questi ultimi due decenni, pare avere dimenticato gli insegnamenti del più grande dei suoi figli. Tutti ne subiamo le conseguenze affondando ogni giorno di più nel buio dell’irrazionalismo e dell’incultura di un Medio Evo dissepolto, allontanandoci sempre più dal novero dei paesi industriali avanzati, arretrando persino nel campo delle leggi e del diritto, antico orgoglio di una tradizione italica che risale ai tempi dello stato romano. Sta persino mutando la composizione sociale degli italiani. Mentre centinaia di migliaia di giovani ad elevata cultura valicano le Alpi a cercare il proprio destino in paesi civili, l’Italia è divenuta meta di milioni di diseredati a bassa o nulla cultura, provenienti da paesi rimasti ai margini della storia delle nazioni più progredite o dissestati da azioni neocoloniali di cui anche noi siamo partecipi e complici.
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