NON TUTTI I SINDACATI SONO UGUALI PER ATM
La scrivente O.S., in concomitanza con Ugl e Usb , ha presentato le “procedure di raffreddamento” finalizzate ad uno sciopero contro l’applicazione dell’accordo cosi come strutturato e l’atteggiamento ostile dell’azienda (ATM Alessandria) in materia di rapporti sindacali, in quanto l’Atm da anni si rifiuta di avere un rapporto paritario con i sindacati presenti in azienda, rifiuta di svolgere trattative unitarie, nega l’accesso agli atti ai sindacati che non gli garbano, negando persino di consultare i contratti interni (integrativi), per poi stabilire con le solite sigle gradite (Cgil, Cisl, Uil e Silt) accordi che destano indignazione in numerosi lavoratori. Dopo aver proposto il ritardo dei pagamenti ai lavoratori, l’ultima performance dei sindacati “preferiti dall’azienda” è stata quella di firmare il verbale di accordo del 7 ottobre – da noi non condiviso – che ci rende doveroso intervenire nella tutela dei lavoratori e del servizio. Non comprendiamo l’abbassamento del numero di 10 turni di servizio per gli autisti che, di conseguenza, creano un introito economico minore da parte dell’azienda, certamente crea un risparmio di spesa del Comune e un’inevitabile ricaduta dell’abbassamento del servizio, evitabile, sui cittadini. Che sia manovra politica di risanamento dei conti comunali appoggiata dall’amministrazione? Che i sindacati preferiti non se ne siano accorti? Teniamo a segnalare che, nonostante tale settore abbia carenza di personale, nel 2013 ci sono stati 380.000 euro di straordinari, quindi dando il meglio di se l’azienda si è scagliata violentemente sul servizio, e di conseguenza sui cittadini, già al di sotto della soglia di normalità, eliminando delle corse sulle linee urbane. Inoltre non è affatto etico mandare in cassa i lavoratori da mille euro al mese e contestualmente lasciare invariati i super minimi al personale dirigente in aggiunta allo stipendio. Questi ultimi non vengono nemmeno toccati dalla cassa. Anche poco chiaro è il fatto che numerosi autisti e addetti posseggano un gran numero di giorni di ferie che in alcuni casi si aggirano intorno ai 100 giorni, ed altri li superano, non rispettando quanto previsto dalla legge 66/03 in materia di ferie. Ci chiediamo se non sia opportuno, prima di applicare la cassa a spese di tutti i cittadini, un piano per lo smaltimento delle ferie residue dei dipendenti. E delle consulenze esterne cosa possiamo dire? Possiamo dire che, mentre si prospetta una situazione economica assurda fatta pagare ai lavoratori, la ciliegina sulla torta sono proprio le consulenze esterne: le buste paga vengono fatte da uno studio esterno a costi che, a nostro avviso, sono onerosi, i bus vengono puliti da una cooperativa, ed è ancora in forza il consulente esterno alla sicurezza. La scrivente O.S. non è contraria agli ammortizzatori sociali, anzi, ma è necessario valutare i giusti criteri e fare in modo che, prima di tutto, si causino meno danni possibili al servizio e ai cittadini. Stiamo parlando di valutare la possibilità di impiegare, per esempio, una gran parte di lavoratori, destinati alla cassa, per eliminare l’evasione tariffaria che risulta essere almeno del 60%, appunto impiegandoli come bigliettai sui bus. A conti fatti gli introiti sarebbero sufficienti a coprire il costo sia dell’ autista che dello stesso bigliettaio.
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