Alessandria – Tre storie di internati militari in Germania dal 1943 al 1945. Martedì 22 ottobre alle 18 nel salone conferenze della libreria Mondadori di Via Trotti, il nostro direttore Andrea Guenna illustrerà il libro tratto dal diario di suo padre Alberto internato in un lager tedesco dal titolo “8 settembre 1943 – prigioniero della pace”. Lo farà insieme a Graziella Gaballo e Silvia Alessio, rispettivamente autrice di “Tutte le notti nessuna esclusa sogno della mia casa” e curatrice di “32 mesi un internato alla deriva dell’Europa” che trattano dello stesso argomento. L’otto settembre 1943 si calcola che gli Internati Militari Italiani fossero 7-800.000, per qualcuno circa 1.000.000. Marco Palmieri e Mario Avagliano forniscono dati più precisi: “In pochi giorni i tedeschi disarmarono e catturarono 1.007.000 militari italiani, su un totale approssimativo di circa 2.000.000 effettivamente sotto le armi. Di questi, 196.000 scamparono alla deportazione dandosi alla fuga o grazie agli accordi presi al momento della capitolazione di Roma. Dei rimanenti 810.000 circa (di cui 58.000 catturati in Francia, 321.000 in Italia e 430.000 nei Balcani), oltre 13.000 persero la vita durante il brutale trasporto dalle isole greche alla terraferma e 94.000, tra cui la quasi totalità delle Camicie Nere della MVSN, decisero immediatamente di accettare l’offerta di passare con i tedeschi. Al netto delle vittime, dei fuggiaschi e degli aderenti della prima ora alla RSI, nei campi di concentramento del Terzo Reich furono deportati circa 710.000 militari italiani con lo status di IMI e 20.000 con quello di prigionieri. Entro la primavera del 1944, altri 103.000 si dichiararono disponibili a prestare servizio per la Germania o la RSI. In totale, quindi, tra i 600.000 e i 650.000 militari rifiutarono di continuare la guerra al fianco dei tedeschi. Le perdite fra gli IMI vanno dai 37.000 ai 50.000.
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