L’ondata che avanza delle destre europee (Francia, Inghilterra, Grecia) spaventa l’Europa dei banchieri. I cugini d’Oltralpe non esitano a votare a destra
Parigi (a.m.) – L ’ondata blu Marine è sempre più alta. E ormai rischia di travolgere il sistema politico francese. Mercoledì, per la prima volta, un sondaggio ha attribuito al Front National di madame Le Pen il primo posto nelle intenzioni di voto dei francesi per le Europee dell’anno prossimo. Il Fn sarebbe al 24%, l’Ump postsarkozysta al 22 e il Ps di François Hollande a un misero 19. È il secondo campanello d’allarme in tre giorni. Domenica scorsa, al primo turno delle cantonali a Brignoles, dalle parti di Nizza, il candidato del Front ha stracciato tutti arrivando a un impressionante 40,4%, il doppio dell’Ump e il triplo di quello della gauche. Certo, è un test parzialissimo.Main marzo ci sono le amministrative e, secondo i sondaggi riservati del ministero degli Interni, che naturalmente si sono subito risaputi, i socialisti potrebbero perdere una sessantina di città di più di 10 mila abitanti. Peggio: l’emorragia di voti profitterebbe più alla destra estrema del Fn che a quella moderata dell’Ump. Ovvio che madame Le Pen esulti. «Sì, mi sento pronta per l’Eliseo – proclama -.Non sopporto chi dice che non abbiamo le competenze adeguate. Oggi siamo il primo partito perché i francesi sono lucidi». E soprattutto perché la sua politica di “dediabolisation” paga. Le Pen figlia ha messo la museruola agli estremisti coccolati da Le Pen padre e ha annunciato che d’ora in avanti querelerà chiunque definisca di estrema destra il suo partito. Poi non l’ha ancora fatto, anche perché dovrebbe portare davanti al giudice tutti i media del mondo. Però ormai dichiarare di votare Fn non è più tabù. Perfino Alain Delon fa sapere che lo voterà: “lo approvo, lo sostengo e lo capisco perfettamente”. Delon si è appena esibito in tivù dichiarando che i gay sono contro natura, quindi di destra lo è da sempre e nel 2007 appoggiò pubblicamente Sarkozy. I socialisti sono al potere, ma anche nell’imbarazzo. Hollande, che sta battendo tutti i record di impopolarità per un Presidente della Quinta Repubblica, continua a ripetere che la crisi è finita, anche se i francesi non se ne sono ancora accorti. Giorni fa ha invitato tutti “a rialzare la testa contro gli estremismi”, ha difeso l’Europa e l’Euro e attribuito l’ondata di ultradestra “all’assenza di prospettiva e di dinamica collettiva”, cui si aggiunge “la paura del declino”. Fin qui la diagnosi. Sulla prognosi, però, i socialisti sono divisi. Il criticatissimo segretario del partito, Harlem Désir, continua a diabolizzare il Fn dediabolizzato, confidando che in caso di ballottaggio fra un candidato del Fn e uno dell’arco costituzionale scatti il riflesso del “fronte repubblicano” che così bene funzionò per far rieleggere Chirac contro Le Pen senior nel 2002. Intanto Hollande spedisce l’unico ministro popolare del governo, quello degli Interni Manuel Valls, ben visto anche a destra perché fautore della linea dura su rom e delinquenza, in tournée nelle città a rischio di vittoria della Le Pen. L’impressione generale, però, è che non basti.
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