Novi Ligure (AL) – Ninin Barile ora è un baldo giovane ottantenne con qualche acciacco, ma buona memoria. Ricorda i bei tempi in cui lui, arcigno difensore, militava nella Vogherese, e quando il mitico Rebuffo, novese doc, attaccante professionista in Argentina e tecnico di grandi vedute, lo scopritore di Mazzola e Loik due leggende del grande Torino, lo portò appunto al Torino di Novo. L’emozione lo tradì di fronte a tanti celebrati campioni. Ninin Barile ha poi fatto un’onesta carriera da giocatore soprattutto nella Vogherese, ma poi ha abbracciato la carriera scolastica con onore. Suo nipote lui sì che ha giocato nella Novese ai tempi di Marazzi, Severino, Marongiu, e ora fa il vignaiolo. “Nella nostra famiglia – dice Ninin Barile – il calcio è sempre stato in prima fila, ma poi ho capito che ai miei tempi anche militando in squadre come la Vogherese non si diventava ricchi e allora mi sono dedicato all’insegnamento, mi pare con ottimi risultati, migliori che nel calcio”. Barile ricorda sempre con commozione quando il mitico Rebuffo lo portò a provare nel grande Torino, quello di Bacigalupo, Ballarin, Maroso, Grezar, Rigamonti, Castigliano e in avanti giocatori come Ossola, Ferraris, Gabetto, Mazzola e Loik. Rebuffo portò a Torino il compianto Alberto Montessoro, detto Mara, e Giovanni Barile detto Ninin. Barile fu colto dal panico e non fece molto nel provino, Montessoro se la cavò, ma non fu ingaggiato. Fece poi una discreta carriera anche nella Novese; Ninin nella Vogherese, e un’ottima carriera nell’insegnamento. Forse per entrambi fu meglio così.
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