Affidereste la vendita del vostro alloggio ad un gruppo di persone il cui 70% è inquisito per reati gravissimi come il peculato, la cui pena può arrivare a 12 anni? Eppure queste persone finite sotto l’attenzione dei giudici, sono proprio le stesse che, come appartenenti al Consiglio Regionale piemontese, retto dalla Giunta Cota, vogliono cedere ai privati le tratte ferroviarie Ovada-Alessandria, Novara-Varallo, Pinerolo -Torre Pellice. In merito c’è già stato un incontro con il vicepresidente della morente Provincia di Alessandria, Gianfranco Comaschi. Sicuramente il più odiato dei politici locali per i suoi multifici furbescamente posizionati per estorcere più denaro possibile agli automobilisti di passaggio. Il signore in questione è pure noto per avere venduto la splendida colonia di Arenzano, grande e meravigliosa struttura lasciata in eredità agli alessandrini dalle oneste e civili amministrazioni dei tempi passati, quando essere un politico era un onore e non una vergogna. Certo, le Regioni, figlie deformi e degeneri di un turpe connubio tra destra e sinistra, il cui solo ed unico scopo è elargire adeguati stipendi ai politici che avevano fallito la scalata al Parlamento, nei pochi anni della loro esistenza sono già riuscite a fare più debiti di tutti i comuni dalla proclamazione del Regno d’Italia ad oggi. Un vero record anche per un paese latino di dissipatori e tangentari. Senza raggiungere i fasti debitori della regione Sicilia, difficilmente eguagliabili anche per piccoli stati come la Svizzera o l’Olanda, anche il Piemonte, un tempo austero, ha cercato di fare la sua parte. Come risulta dall’inchiesta dei giudici sulle malefatte dei micro deputatini regionali, c’è chi si è fatto rotondo e chi, da miserabile, ha dovuto accontentarsi di rubacchiare ove poteva con illegali rimborsi di pochi euro. Anche nel male e nella corruzione è palese la differenza di classe tra chi ha il potere e chi non ce l’ha. Nelle previste privatizzazioni ferroviarie i miliardi torneranno a correre a fiumi rinnovando i fasti e la pioggia d’oro avuta con il trasferimento delle varie sedi regionali costate nel loro insieme più della reggia di Versailles. Con la differenza che i nostri affamati micro deputatini regionali non eguagliano nulla della grandezza del Re Sole. All’inizio la sede della Regione Piemonte è stata allegramente sparpagliata per tutta Torino, con una miriade di alloggi impiegati allo scopo, naturalmente restaurati alla grande e riattati alla nuova funzione. Subito dopo per “razionalizzare il servizio” è stato acquisito un enorme complesso gentilizio, palazzo Lascaris, subito rifatto all’interno senza badare a spese con sistemazioni adeguate al sommo prestigio richiesto da chi lo utilizzava. Ma si sa, la vita costa cara, e per fare girare denaro si inventarono il “Grattacielo della Regione”. Dopo una colta diatriba araldica, degna di una corte medioevale, se farlo più alto o più basso della Mole Antonelliana, fu scelto il progetto Fuksas costato più di 270 milioni di euro, più altri 10, richiesti in corso d’opera per cui si sta ancora litigando con l’architetto progettista. Questo vistoso monumento alla vanagloria di una banda di inquisiti, essendo interamente in cristallo, avrà costi demenziali per riscaldarlo in inverno e raffreddarlo in estate. Ma non saranno certo i minipolitici regionali a preoccuparsi di cose plebee come il consumo dei termosifoni e dei condizionatori. Detto tutto questo, vorremmo gentilmente invitare i politici alessandrini, purtroppo di tutti i partiti, di non venire a piangere dicendo che la Regione, poverina, non ha i soldi per aiutarci a rilanciare la nostra economia impedendo drammatici licenziamenti. Ma, il pur grave spreco dell’inutile grattacielo della Regione è nulla cosa se paragonato ai 6,2 miliardi (sì 6,2 miliardi, non è un errore) per l’inutile scavo di 54 km in galleria del cosiddetto Terzo Valico tra Genova e Tortona, mentre il porto di Genova è fermo, vuoto di navi, il cui solo ed unico scopo è impinguare le ditte che hanno vinto l’appalto ed i politici che l’hanno appoggiato. Si ricordino di questo i lavoratori licenziati a cui sarà impossibile trovare un’occupazione alternativa in conseguenza di un’economia piemontese dissanguata e messa in ginocchio da anni di spreco e di ruberie.
Leave a Reply
Devi essere connesso per inviare un commento.